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direttore Paolo Pagliaro

Quando uno guadagna
meno di mille euro   

di Paolo Pagliaro

Si fa un gran discutere di disuguaglianze ma tra sei mesi la parola verrà a noia, e si farà finta di aver risolto il problema perché si smetterà di parlarne. E’ il timore di Fabrizio Barca che insieme ad altri undici studiosi ed esperti si cimenta, invitato dall’editrice Liberetà, con il problema numero uno del nostro tempo. Il libro si intitola “Uguaglianza”, è curato da Andrea Criscenti, e fa giustizia di molti stereotipi. 
Michele Raitano, ad esempio, ci spiega che il lavoro povero (meno di mille euro lordi al mese) non si chiama così perché il padrone non rispetta i minimi contrattuali, ma perché c’è una diffusione enorme, macroscopica, del part-time involontario. Dai dati dell’Inps risulta che attualmente il 30 per cento dei dipendenti ha un contratto a orario ridotto, percentuale che sale al 50 per le donne. Dunque lo sfascio è provocato non dalla quantità di salario, ma di ore lavorate. 
Un altro intervistato, Massimo Cacciari, invita a non inseguire un’astratta idea di uguaglianza, visto che nasciamo diversi, e pensa che dovremmo essere solidali, non uguali. La giurista Lorenza Carlassare sottolinea la portata rivoluzionaria di una Costituzione che allo Stato assegna il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini di avere le stesse opportunità, esercitare gli stessi diritti e coltivare gli stessi sogni. E il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nota che in questi anni è diminuito lo scandalo che le disuguaglianze dovrebbero provocare. Ci si è assuefatti. Ma la disuguaglianza produee odio e l’odio, a sua volta, produce disuguaglianza. È un meccanismo perverso, che in questi mesi abbiamo potuto osservare da vicino in molte piazze reali e virtuali.

(© 9Colonne - citare la fonte)