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direttore Paolo Pagliaro

Così lo Stato
salvò le imprese

di Paolo Pagliaro

Negli ormai quasi due anni dell’emergenza sanitaria, il secondo governo Conte e il governo Draghi sono intervenuti massicciamente per salvare imprese e posti di lavoro. Il provvedimento più importante è stata la cassa integrazione Covid, costata 32 miliardi. Sono riuscite, così, a sopravvivere 15mila imprese; con loro, si sono salvati 280mila posti di lavoro. Ogni impresa scampata alla chiusura è costata in media 2 milioni di euro, che si traducono in 113 mila euro per ogni dipendente.
Ci stati poi i ristori per compensare la riduzione dei ricavi e quelli per risarcire i costi degli affitti. Ciascun provvedimento è costato al Tesoro circa 3 miliardi. Secondo uno studio apparso sulla Voce.info, il contributo per i mancati ricavi ha permesso di salvare altre 2mila imprese. Un ulteriore aiuto è venuto dalla decisione di consentire alle società di sospendere o rinviare gli ammortamenti. Sommando i diversi interventi, il grande salvataggio del sistema imprenditoriale italiano durante la tempesta, tra pandemia e lockdown, è costato quasi 50 milioni di euro, cioè circa tre punti di pil.
Sul Diario del lavoro, Maurizio Ricci fa notare che in ogni caso meno del 30% delle imprese che erano in crisi prima del Covid è stato capace di approfittare dell’inaspettata ciambella di salvataggio dello Stato. Solo il 40% dei posti di lavoro a rischio è stato messo in sicurezza. Il resto, già condannato prima della pandemia, è affondato comunque.

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