di Paolo Pagliaro
Da oggi i poteri forti sono riuniti in videoconferenza per l’annuale appuntamento di Davos. Il World Economic Forum è stato aperto dal leader cinese Xi Jinping, altri grandi seguiranno. Come sempre, il momento più atteso dagli investitori e dagli strateghi delle multinazionali è la presentazione del rapporto sui rischi globali che ci attendono nell’anno che verrà. Per la verità nel gennaio del 2020 gli oracoli si dimenticarono di indicare la pandemia di coronavirus tra i problemi che l’umanità avrebbe dovuto affrontare. Eppure il virus circolava a Wuhan da un paio di mesi e l’Oms aveva già lanciato il suo allarme. Questo per dire che anche a Davos ci si può distrarre.
Più facili delle previsioni dovrebbero essere i bilanci. Uno lo ha presentato questa mattina Oxfam, organizzazione internazionale impegnata nella lotta alle disuguaglianze. Dice che nei primi 2 anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari. In 21 mesi il patrimonio di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è aumentato di 81 miliardi, che è il costo stimato della vaccinazione (due dosi e un richiamo) per l’intera popolazione mondiale.
Nello stesso periodo, a causa della pandemia 163 milioni di persone sono cadute in povertà.
Le disuguaglianze sono cresciute anche in Italia, dove il 5% più ricco oggi detiene una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero e dove 40 miliardari possiedono quanto 18 milioni di loro concittadini.
In un anno i depositi sui conti correnti sono aumentati di 110 miliardi, ma dello stesso periodo 1 milione e 400 mila famiglie sono sprofondate nella povertà, e questa è forse la fotografia più nitida della crescente ingiustizia sociale.
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