Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Selvaggia Capizzi,
c'e' vita dopo i 40

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Selvaggia Capizzi, <br> c'e' vita dopo i 40

SECONDO SELVAGGIA CAPIZZI "C'E' VITA DOPO I 40"

Siete donne e per giunta ultraquarantenni in cerca di una svolta nella vita lavorativa? La pandemia ha messo in crisi la vostra carriera e volete provare nuove strade? Tanti vi dicono che per una donna “riposizionarsi” dopo i 40 anni è praticamente impossibile? È arrivato il momento di cambiare prospettiva. Dal 15 febbraio, in tutte le librerie e piattaforme digitali, arriva il libro dedicato a tutte le donne che vogliono fare del cambiamento un grande opportunità: “C’è vita dopo i 40”, edito da Gruppo Albatros Il Filo. A scriverlo una vera guru del Change Management di sé stessi, Selvaggia Capizzi: prima top manager nell’ambito sales & marketing, con anni di formazione alle spalle e oggi influencer, esperta di moda, bellezza e marketing digitale. Con la sua opera prima “C’è vita dopo i 40”, Selvaggia Capizzi, pone l’accento in modo ironico ma mai banale su una questione spinosa di cui si parla troppo poco: con quali strumenti una donna può riposizionarsi oggi, nonostante una congiuntura economica sfavorevole, sul mercato del lavoro? Come leggiamo ormai da mesi il Coronavirus si è abbattuto sul mondo del lavoro come uno “tsunami”. La fotografia dal Censis parla chiaro: le donne sono fra le due categorie, insieme ai giovani, che maggiormente stanno pagando il prezzo di questa grave crisi economica. Ma le donne over 40 hanno moltissimo da dare al mercato del lavoro e Selvaggia Capizzi, lo sa benissimo essendo stata protagonista in prima persona di un cambio vita di successo a 46 anni. Da qui la scelta di mettere a disposizione di tutte le donne over 40, che desiderano o sono costrette a cambiare vita, la sua esperienza ultra-positiva e le sue conoscenze manageriali, derivate da anni di formazione aziendale, traducendole in un piccolo manuale di “consigli pratici” su come rimettersi in gioco dopo i 40anni, il titolo non lascia dubbi ad interpretazioni. “C’è vita dopo i 40” è il viaggio di una donna, che non si è mai posta dei limiti, al contrario ha sempre cercato di superarli, reinventandosi in mille prospettive di sé. Il risultato è un’effervescenza esplosiva che coinvolge anche le più scettiche e timide, al grido sempre più attuale: Volere è potere… ma non senza sacrificio e impegno. Grazie al suo percorso professionale l’autrice ha messo nero su bianco, in pochi semplici passi, come sia sempre possibile “reinventarsi”, anche facendo scelte audaci. Perché come dice spesso: “dopo i 40 possiamo fare di più e meglio di quando ne avevamo 20 o 30”. In questo autoironico ma utilissimo manuale troverete non soltanto la condivisione di un’esperienza, ma esercizi utili al corpo e alla mente che regaleranno alle donne che ne hanno bisogno, o semplici curiose, una “visione” alternativa e una nuova consapevolezza di sé.

L’AUTRICE: Selvaggia Capizzi. Classe 1971, biologo molecolare, alla fine degli anni ‘90 Selvaggia Sciortino (vero nome di Selvaggia Capizzi) vince una prestigiosa borsa di studio all’NIH di Bethesda, Maryland. Torna in Italia per amore e inizia la sua carriera all’interno delle Big Pharma, raggiungendo l’apice come direttore di Business Unit in una grande multinazionale. A 46 anni, soddisfatta degli obiettivi raggiunti e insoddisfatta del tempo sottratto alla famiglia per fare carriera, decide di rivoluzionare tutto e di fare del proprio hobby un lavoro. Nato nel 2008, oggi Don’t Call Me Fashion Blogger è un blog da milioni di utenti con un profilo Instagram (@selvaggiacapizzi) da 120 mila followers e ben 3.000 like per post. Un cambio vita in un’età in cui è generalmente sconsigliato farlo e che dimostra che C’è Vita Dopo i 40! Oggi Selvaggia vive a Roma, assieme al marito, al figlio e alla Jack Russel Bee My Heart.

 

 “DELITTO DIPLOMATICO. LA MORTE DI ATTANASIO E IACOVACCI IN CONGO”

Quasi un anno fa, il 22 febbraio 2021, l'ambasciatore italiano in Congo - Luca Attanasio - e il carabiniere della sua scorta - Vittorio Iacovacci – venivano assassinati con un agguato lungo una delle strade più pericolose della Repubblica Democratica del Congo. Chi li ha uccisi? E perché? Paesi Edizioni manda in libreria a distanza di un anno dall’omicidio la prima inchiesta giornalistica completa sui fatti misteriosi che ancora avvolgono quella giornata. Proprio mercoledì 9 febbraio, la Procura di Roma ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell'Onu. I due, organizzatori della missione nel nord del Paese africano, sono accusati di omicidio colposo. Secondo il procuratore Francesco Lo Voi e il procuratore aggiunto Colaiocco, i due dipendenti del Pam avrebbero "omesso, per negligenza, imprudenza e imperizia - si legge in una nota della Procura - secondo la ricostruzione effettuata allo stato, che risulta in linea con gli esiti dell'inchiesta interna all'Onu, ogni cautela idonea a tutelare l'integrità fisica dei partecipanti alla missione Pam che percorreva la strada Rn2 sulla quale, negli ultimi anni, vi erano stati almeno una ventina di conflitti a fuoco tra gruppi criminali ed esercito regolare". Il libro “Delitto Diplomatico. La morte di Attanasio e Iacovacci in Congo”, scritto a più mani, intende onorare la memoria degli uomini delle nostre istituzioni caduti in servizio e soprattutto punta a non far scemare l'attenzione mediatica e della politica su un caso ancora aperto e doloroso, dove la verità non c’è. Se da un lato troviamo la non volontà del Governo di Kinshasa a collaborare e l'impotenza delle Nazioni Unite, questo libro con le indagini di un gruppo di giornalisti italiani d'eccellenza prova a rimettere in ordine i fatti e per la prima volta le testimonianze dei parenti delle vittime. “Quello che appare chiaro, sino a essere luminoso, a percorrere questi tratti della sua vita, è anche che Luca Attanasio interpretava la diplomazia come una speranza, come un’opportunità per risolvere problemi, come una vocazione a servire: lo Stato, ma anche un’umanità che a quello Stato e a quella diplomazia sarebbe stata grata - scrive Toni Capuozzo nella sua introduzione al libro-inchiesta. Le strettoie dei dubbi appartengono invece ai momenti finali della vita dell’ambasciatore. Non occorre essere degli investigatori per trovare strano che si sia definito ‘convoglio’ un corteo di due sole automobili, su una strada molto pericolosa. E non occorre esserlo per trovare singolare che entrambi i veicoli non fossero blindati, e che l’unica difesa fosse il bravo e inerme carabiniere Vittorio Iacovacci, armato solo di un’arma corta e di buona volontà. Non occorre essere abituati ai conflitti per rimanere perplessi davanti a un preteso sequestro, che si apre con l’esecuzione dell’autista e si chiude con una sparatoria tra aggressori e Rangers intervenuti sul luogo. Una sparatoria nella quale incredibilmente gli unici due a venire raggiunti dai molti colpi esplosi sono stati esclusivamente l’ambasciatore italiano e la sua guardia del corpo”. “Delitto Diplomatico. La morte di Attanasio e Iacovacci in Congo” è un’inchiesta di Antonella Napoli, Fausto Biloslavo, Stefano Piazza, Matteo Giusti e sarà disponibile nelle librerie e negli store online dal 24 febbraio.

MASSIMILIANO ALBERTI CI PORTA NELLA “PICCOLA PARIGI” DI TRIESTE

“Quando fui nello stretto vicolo a pochi passi da casa sua, appiccicai la carta al muro con il mastice. Volevo che la regina di cuori rimanesse lì, fra quelle piccole e umide vie, a ricordare le languide notti insonni, il furto di un fiore e il tremito di un bacio. E solo lei lo avrebbe capito”. Questo brano, così intenso e romantico, è tratto dal fortunato romanzo di Massimiliano Alberti dal titolo “La Piccola Parigi” (Infinito edizioni) che ci ha accompagnato attraverso i vicoli di uno storico rione di Trieste, fondato nell’Ottocento durante le occupazioni francesi. Piccole e umide case si stringono una all’altra – ricordando il cuore e lo spirito di Montmartre – e fanno da sfondo alle vicende di questo romanzo dove amicizia, amore e voglia di riscatto sociale si uniscono in un canto corale. Parte dei diritti d’autore derivanti dalla vendita di questo libro sono devoluti in beneficienza a Il Gattile di Trieste. Con il patrocinio de Il Gattile e di Montmartre mon coeur. Alberti nasce a Trieste nel 1979, in quel cantuccio di terra cosmopolita che ha fatto da arena a molti scrittori. Assunto presso un’importante azienda del mondo del caffè, è proprio il lavoro a portarlo a coltivare la passione per i libri e la scrittura. Nipote dello scultore Tristano Alberti, cresce fra i bozzetti, i quadri e le statue del nonno. L’influenza artistica lo incoraggia a scrivere e così nasce il suo romanzo d’esordio, L’invitato (Infinito edizioni, 2018).

 

“MARCHE, 100 ITINERARI (+1)” A CURA DI ANTONIO TISO

Una proposta di viaggio destinata a chi vuole scoprire i sentieri più interessanti dell'Appennino Marchigiano. Una guida utile e pratica per orientarsi tra cinque province cariche di fascino, storia e natura: Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Da fine febbraio in libreria e in edicola, “Marche, 100 itinerari (+1)” a cura di Antonio Tiso - un progetto finanziato da Svem Sviluppo Europa Marche e realizzato da Typimedia per conto di Arci Macerata - si presenta in grande stile al pubblico e alla stampa in tre appuntamenti sul territorio: Ascoli Piceno, Ancona, Roma per altrettante date con molti ospiti. Venerdì 18 febbraio alle ore 18 sarà la volta di Ancona, dove il volume verrà presentato al pubblico nello Spazio incontro della Mole Vanvitelliana, in cui è attualmente allestita la mostra “Terra Sacra”. A raccontare il progetto editoriale ci saranno lo scrittore Tullio Bugari, Monica Mancini Cilla (vicepresidente Svem), Massimiliano Bianchini (Arci Macerata), Luigi Carletti (Typimedia), Bruno Olivieri (presidente Cai Marche) e Fausto De Angelis (presidente Cai Ancona). Appuntamento a Roma, infine, lunedì 21 febbraio alle ore 18,30 presso la libreria Eli di viale Somalia, dove a dialogare con il curatore Antonio Tiso ci saranno Massimiliano Bianchini (Arci Macerata), Luigi Contisciani (Bim Tronto) e Luigi Carletti (Typimedia). “Marche, 100 itinerari (+1)” propone venti percorsi per ciascuna provincia. Attraverso un QR-Code, ognuno dei 100 itinerari è consultabile digitalmente su Komoot, una piattaforma che permette di studiare i percorsi Gps, a piedi o in bicicletta. Ogni sentiero è accompagnato da descrizioni accurate, curiosità, mappe, altimetrie, chilometraggi e informazioni tecniche. La guida contiene anche una mappa delle strutture ricettive adiacenti o lungo i percorsi, legate a un turismo lento e sostenibile. Per consentire al lettore di vivere gli antichi sentieri, le mulattiere, i borghi, le vette, le foreste, i luoghi colpiti dal sisma del 2016, immedesimandosi con il territorio. Tanto da poterne percepire la magia e il misticismo. Marche, 100 itinerari (+1) (Typimedia Editore, 168 pag, € 19,90) sarà disponibile a partire da fine febbraio in libreria e in edicola. Sarà inoltre possibile acquistare il libro online sul sito www.typimediaeditore.it.

 

"L'ARTE DELLO STYLING" SECONDO AUSONI E MANCINELLI  

Lo styling è l’arte di dare un valore aggiunto alla moda, di interpretarla per creare storie. Tutti noi, la mattina quando ci vestiamo, siamo gli stylist di noi stessi. Con il libro "L'arte dello styling. Come raccontarsi attraverso i vestiti" di Susanna Ausoni e Antonio Mancinelli (Vallardi) scopriamo le origini, le tecniche, i processi creativi raccontati dalla più influente stylist italiana e da un grande esperto di moda. Tutti ne parlano, pochissimi sanno cosa fanno, molti li confondono con gli stilisti. Eppure gli stylist, un tempo conosciuti solo dagli addetti ai lavori, sono diventati una delle figure più importanti per capire come funziona il pianeta Moda. Se gli stilisti disegnano gli abiti, gli stylist giocano con gli abbinamenti, costruiscono un immaginario a partire dalle creazioni dei fashion designer e le remixano trasformandole, lanciando messaggi e creando trend. Questo è il primo libro che descrive a 360 gradi l’arte di raccontarsi senza parole attraverso abiti e accessori, per scegliere quello che ci fa sentire bene e apparire al meglio. Di tutti i mestieri legati alla moda quello dello stylist sguscia da ogni definizione netta, sebbene per esercitarlo ci vogliano esattezza, profondità, chiarezza di vedute. Ogni volta che si cerca di spiegarlo ci si scontra con pregiudizi, incomprensioni, sguardi interrogativi. Perché gli stylist abitano una terra di mezzo: si muovono sul sentiero che divide l’universo estetico del creativo da quello di chi ne indosserà i capi, nello spazio che si apre tra la rappresentazione del mondo e quella di noi stessi. Gli abiti sono solo l’inizio di una storia, e interpretarli secondo uno stile preciso, alla luce della personalità del singolo, è un altro paio di maniche. Perché gli abiti possono parlare, di noi e del mondo, e non a caso la moda, negli ultimi anni, si è fatta portatrice di istanze e messaggi di attivismo che spesso travalicano il semplice prodotto. E il compito dello stylist è proprio esprimere lo Zeitgeist declinandolo secondo l’individualità, cogliendo suggestioni dall’arte, dalla cultura, dalla musica. Summa di storia della moda e racconto di vita e di esperienza, manuale e saggio insieme, questo libro raccoglie i segreti e le strategie creative necessari a trovare il proprio stile e a comunicare noi stessi attraverso il meraviglioso mondo dei vestiti.

(© 9Colonne - citare la fonte)