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Amalia Ercoli-Finzi, la signora delle comete

Ritratti
Una galleria giornalistica di ritratti femminili legati all'Unità d'Italia. Donne protagoniste nell'economia, nelle scienze, nella cultura, nello spettacolo, nelle istituzioni e nell'attualità. Ogni settimana due figure femminili rappresentative della storia politica e culturale italiana passata e presente.

“Il cielo è il nostro modo di sognare. È avere la coscienza che c’è qualcosa oltre noi. Io penso che facciamo parte di un grande disegno fatto per il nostro bene”, confessa in un’intervista al programma televisivo “Soul” Amalia Ercoli-Finzi, accademica, scienziata e ingegnere aerospaziale, tra i massimi esperti internazionali del settore. Nata a Gallarate il 20 aprile 1937, è stata la prima donna in Italia a laurearsi in Ingegneria aeronautica (con lode), perché Ingegneria aerospaziale ancora non esisteva. Quando si è iscritta al Politecnico di Milano era una delle 5 ragazze contro i 650 ragazzi ma, come racconta sempre a “Soul”, non ha mai avuto dubbi: “Sono un ingegnere nato. Da piccola smontavo e rimontavo le biciclette senza difficoltà, anche se poi mi avanzava sempre qualche pezzo”. Quando, a pochi mesi dalla laurea, l’era spaziale giunge anche nel nostro Paese, Ercoli-Finzi inizia ad insegnare ingegneria aerospaziale al Politecnico e in seguito diventa direttrice del dipartimento. Tra i suoi molti risultati professionali spiccano la progettazione di diversi strumenti impiegati nello spazio, la formulazione di un teorema che porta il suo nome e oltre 200 tra pubblicazioni scientifiche e interventi a congressi nazionali ed internazionali. Ha lavorato per le più importanti agenzie spaziali e dal 2004 al 2014 è stata direttrice della Missione Rosetta dell’ESA, la missione di studio della cometa 67P/ Churyumov-Gerasimenko, ad oggi considerata il capolavoro tecnico-scientifico dell’Unione europea.
Per la stessa missione ha anche progettato la trivella della sonda e l’annesso sistema di distribuzione dei campioni, che in un’intervista a “Che tempo che fa” del 2016 descrive come: “un vero e proprio gioiello, non tanto perché abbia lame di diamante, fornetti di platino e lenti di zaffiro: è un vero e proprio gioiello tecnologico. Inoltre Rosetta è un esempio di accordo globale, costruito con la cooperazione di praticamente tutti i Paesi europei, e noi abbiamo avuto successo perché siamo sempre andati d’accordo. Non che non si discutesse, anzi, però il nostro obiettivo era arrivare alla cometa, e ci siamo riusciti”. È stata promotrice e collaboratrice di molte missioni spaziali nazionali e internazionali, tra le quali: il programma TSS (Tethered Satellite System), condotto congiuntamente da ASI e NASA, il programma SPIDER dell’Agenzia Spaziale Italiana per lo sviluppo di un free flyer robotico, il microsatellite PalaMede, sviluppato dal Politecnico di Milano con scopi di telerilevamento e l'esperimento DEDRI, che permette la raccolta e il trasferimento verso la Terra di campioni del suolo marziano. È sposata col fisico Filiberto Finzi, dal quale ha avuto cinque figli. Nei momenti di difficoltà è riuscita a conciliare la gestione della famiglia con i numerosi impegni lavorativi grazie a quella che spesso definisce la regola dei tre metalli: “nervi d’acciaio, salute di ferro e marito d’oro”. Oggi Amalia Ercoli-Finzi è consulente scientifico della NASA, dell'ASI e dell'ESA, e collabora con numerose associazioni scientifiche internazionali. Nel 2007 ha ottenuto la medaglia d’oro ai Benemeriti della cultura e dell’arte e nel 2019 è stata nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma sono solo alcuni dei prestigiosi riconoscimenti ottenuti. Ha più volte dichiarato che vorrebbe essere ricordata come una donna che ha cercato di fare con coerenza le cose che le piacevano e in cui credeva, che ha sempre cercato di aiutare gli altri, in particolare i giovani che sono il futuro dell’umanità. Secondo lei, ogni donna dovrebbe avere tre tipi di vita: una affettiva, una professionale, e una “vita propria” dedicata a realizzare le proprie passioni.

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