“L'obiettivo delle nostre armate di Donetsk è quello di prendere il controllo di tutta quella che un tempo era la regione di Donetsk. Questo è legittimato dal referendum del 2014 che ha sancito l'indipendenza”, “ora sono in corso i dialoghi tra Russia e Ucraina e Zelensky ha una grande opportunità. I dettagli dei dialoghi sono segreti e non posso rivelarli” e “la Federazione Russa lo ha detto chiaramente. Finita l'operazione e raggiunti gli obiettivi di demilitarizzazione e denazificazione, se ne andrà”. Così a Repubblica Denis Pushilin, presidente dell'autoproclamata Repubblica filorussa di Donetsk, ricercato dalle autorità ucraine per terrorismo e membro del partito di governo russo Russia Unita, a cui appartiene Putin. Lo abbiamo intervistato in uno dei palazzi dell'autoproclamato governo nel centro di Donetsk. E rivendica le ragioni dell’attacco: “Negli ultimi otto anni di guerra 550 civili sono stati uccisi, tra loro 91 bambini. Se analizziamo gli eventi del 2014 e 2015 possiamo dire che la maggioranza dei battaglioni nazionali (ucraini ndr) stavano uccidendo i nostri civili. Non solo uccidendoli ma torturandoli. Quando abbiamo iniziato a dissotterrare i cadaveri dai luoghi in cui le persone erano state sepolte abbiamo scoperto che molte di loro sono state uccise con un sparo in testa o con un colpo in testa sferrato con un oggetto. Non le sembra un genocidio? Queste persone venivano uccise dai battaglioni nazionali principalmente perché russe, russofone o perché non condividevano le loro opinioni politiche”, “nel Donbass veniamo uccisi a causa della nostra razza, della nostra cultura e dal fatto che parliamo russo. Abbiamo informazioni provenienti dall'altro lato secondo cui i cittadini sono contenti dell'arrivo dei russi, soprattutto quando portiamo aiuti umanitari. Possiamo dire che dove ci sono i russi regna l'ordine, non ci sono crimini e tutti i negozi sono aperti. Nei villaggi controllati dagli ucraini assistiamo a furti, crimini e omicidi. È ovvio che sia così dato che il governo ucraino sta dando armi a chiunque le richieda”. (6 mar – red)
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