di Paolo Pagliaro
A Vicenza Oro, inaugurata ieri, quest’anno mancano i facoltosi clienti russi ma si fanno comunque buoni affari, perché in periodo di guerra e di crescente inflazione i metalli preziosi e la gioielleria sono merce su cui investire, beni rifugio
Anche in Borsa macinano record i gruppi legati ai beni che salgono di prezzo, come appunto l’oro, l’argento o le materie prime: nichel, ghisa, alluminio, rame.
Ma il vero affare, con la guerra, lo sta facendo chi possiede azioni di società che producono armi o veicoli militari. Volano in Borsa i titoli di Leonardo, +32% in un mese, e Fincantieri, Lo stesso sta accadendo negli Stati Uniti con la Lockeed o in Germania con la Rheinmetall. L’aspettativa è quella di nuovi ordinativi e c’è euforia per la notizia del riarmo tedesco.
Si rivelano un ottimo investimento anche le azioni delle imprese attive nel campo della sicurezza informatica, che la banca d’affari Morgan Stanley raccomanda caldamente di acquistare. Tra le prime 10 aziende che hanno vantaggi economici dalle stragi in Ucraina ci sono le principali società aerospaziali, le cui divisioni elettroniche si occupano della sorveglianza e delle comunicazioni sui campi di battaglia.
Fa piacere apprendere, infine, che con la guerra non hanno perso un centesimo i clienti di Banca Etica, istituto che non acquista titoli di Paesi che non garantiscono le libertà civili e i diritti politici. Per questo motivo nel portafoglio fondi della banca non ci sono investimenti in aziende russe e bielorusse.