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direttore Paolo Pagliaro

Cosa si vede
dai centri Caritas

Cosa si vede <br> dai centri Caritas

di Paolo Pagliaro

Un mese di guerra ha cancellato anni di retorica sulla globalizzazione. Parlando a un convegno del Mulino, il governatore Ignazio Visco ha fatto un primo elenco dei danni, e ha citato il brusco stop all’integrazione dei mercati, alla cooperazione multilaterale, agli investimenti produttivi, alla transizione energetica.
Già deteriorato da due anni di pandemia, lo scenario ora si presenta fosco. Non si tratta solo di macroeconomia. L’Istat ha di recente certificato che alla fine dell'anno scorso erano 5 milioni e 600 mila gli italiani sotto la soglia di povertà. Secondo il Centro studi Unimpresa questo valore nel 2022 potrebbe addirittura raddoppiare.
Sull’aumento della povertà l’Osservatore Romano ieri ha intervistato il testimone più attendibile, cioè don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italia che gestisce 2.663 centri di ascolto e soccorso in 193 diocesi Pagniello dice che il dato più preoccupante è l’aumento delle disuguaglianze. Sono in condizioni di povertà assoluta quasi 6 famiglie italiane su 100, e una famiglia straniera su tre. Migliorano invece le condizioni economiche delle famiglie più abbienti, che fanno addirittura registrare un aumento del 4,6% della loro capacità di spesa.
La novità è che l’occupazione ha smesso di essere un fattore di tutela e protezione:: precarietà e part time involontario fanno sì che il 13% di chi lavora non abbia il minimo indispensabile per condurre una vita accettabile.
Secondo la Caritas, servono tre interventi urgenti. La priorità morale è di aiutare gli invisibili, quei “senza dimora” di cui nessuno o pochi si occupano. E’ poi indispensabile una nuova stagione di politiche di sostegno alla formazione e all'occupazione giovanile. Al terzo posto c’è il problema della casa, con l’auspicio che le politiche abitative tornino al centro del dibattito politico e delle scelte di governo.

(© 9Colonne - citare la fonte)