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Emigrazione: alla Sapienza si parla identita', spaesamenti e comunita' doppie

Emigrazione: alla Sapienza si parla identita', spaesamenti e comunita' doppie

“Domani sera, in occasione della Notte Internazionale della Geografia, terrò, presso la facoltà di lettere e filosofia della Sapienza di Roma una conferenza dal titolo ‘Identità, spaesamenti e comunità doppie: il caso delle comunità calabresi all’estero’. La conferenza verterà sulle comunità derivate calabresi, prese però come dato rappresentativo dell'intero panorama delle comunità italiane all'estero”. Così a 9Colonne Giuseppe Sommario, esperto di fenomeni migratori e ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. “In particolare – spiega Sommario - la conferenza si concentrerà sul legame fortissimo, e a tratti patologico, che le comunità calabresi mantengono con la terra d'origine: un legame così forte da spingere gli emigranti calabresi a riproporre altrove stili di vita, abitudini, tradizioni e feste del paese d'origine”. Questo legame, secondo Sommario, che è anche direttore del “Festival delle Spartenze” in Calabria, ha prodotto sia il “mito del ritorno; un ritorno che, nella maggior parte dei casi, non si è concretizzato”, sia il “fenomeno dei paesi doppi, vere e proprie copie del borgo d’origine a migliaia di chilometri di distanza. Questi paesi – continua l’esperto – sono un rimedio necessario per arginare lo spaesamento di coloro che sono partiti. È uno spaesamento evidente, che si impadronisce di chi partendo perde tutti i propri riferimenti, sia spaziali, come la piazza e i rioni, sia affettivi. Nella maggior parte dei casi chi parte, in questo caso l’emigrante calabrese, ha necessario e vitale bisogno di ridefinire la propria identità, partendo dalla riproposizione di quelli che erano i contenuti e le forme di vita che conosceva e che lo mettevano al sicuro”. Ma questo spaesamento non colpisce solo chi parte, ma anche chi rimane in quei “paesi che un tempo grondavano di vita e voci e che oggi sono sempre più paesi fantasma”. “Così – aggiunge  Sommario – sia i partiti, anzi ‘spartiti’, per usare un termine a me caro, che i rimasti, per citare incede una categoria del professore Vito Teti, ridisegnano le proprie identità comunitarie, influenzandosi reciprocamente e creando, a migliaia di chilometri di distanza - in Argentina, in Canada, negli Stati Uniti o in Germania - delle vere e proprie copie dei paesi d’origine”. “In ultima analisi – sottolinea il professore - è il senso che noi diamo ai luoghi in cui viviamo, e anche a quelli che abbiamo immaginato, che ridefinisce e forma la nostra identità e il nostro senso di appartenenza.  In fondo, per ritornare a Vito Teti,  – conclude Sommario - noi non siamo altro che i luoghi che abbiamo vissuto, sognato, sfiorato ma anche fuggito”.

(31 mar - Par)

(© 9Colonne - citare la fonte)