"Sentendo il discorso di Putin che giustificava l'invasione ho pensato che Milosevic al tempo aveva usato quasi le stesse parole. Si giustificava dicendo di combattere contro i 'terroristi', Putin parla di 'denazificazione'. Spero che per lui finisca come per l'ex presidente serbo". Così Carla Del Ponte, ex procuratrice capo del tribunale speciale per la ex Jugoslavia del Tribunale penale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra, in una intervista al Corriere della Sera. In caso di mandato di arresto internazionale contro i vertici russi, avverte, "se rimangono in Russia nessuno li può arrestare, come fu per Milosevic fintanto che rimaneva in Serbia, però intanto c'è una pubblicità negativa non indifferente e Putin e gli altri sotto accusa" ma "tutto è possibile, l'importante è non disperare. Noi allora ci avevamo creduto sin dall'inizio, nonostante fosse una situazione impossibile perché Milosevic era presidente e non usciva dalla Serbia. Bisogna avere pazienza...", "si inizia con una indagine a tappeto, e quella è stata avviata dalla Corte penale internazionale. In Ucraina si stanno sicuramente commettendo crimini di guerra e contro l'umanità. La prima fase dell'inchiesta deve stabilire quelli che noi chiamiamo i crimini di base, gli elementi oggettivi: dove sono avvenuti, dove e come sono stati uccisi dei civili, se sono stati torturati. Una volta verificato per potrebbero quasi più muoversi fuori dalla Russia perché sarebbero arrestati nella maggior parte dei Paesi del mondo". La Corte si dovrà occupare anche di eventuali crimini commessi dagli stessi ucraini? "Certo, e mi è piaciuto che davanti ad alcune segnalazioni di abusi sui russi il presidente Zelensky abbia già annunciato un'inchiesta: so per esperienza che in un conflitto non c'è una sola parte che commette i crimini di guerra, anche se naturalmente ne commettono sempre di più i più forti". Su Karim Khan, l'attuale procuratore capo dell'Aia, poi dice: "Lo conosco come difensore (il britannico Khan è stato capo del collegio di difesa dell'ex presidente liberiano Charles Taylor davanti alla Corte speciale per la Sierra Leone; ndr), spero che riesca altrettanto bene a fare l'accusatore". Inoltre aggiunge: "Non posso entrare nella testa di Putin, ma ho visto quello che ha fatto in Siria, i crimini che hanno commesso. L'impunità riguarda anche tanti altri, e noi che avevamo pensato di ottenere un successo enorme abbiamo dovuto ricrederci perché da anni c'è un'impunità totale: si possono commettere i crimini più feroci senza che sia fatta giustizia perché la politica prevale. Del resto già con i tribunali su Rwanda ed ex Jugoslavia abbiamo capito che la giustizia internazionale esiste solo se c'è la volontà politica degli Stati membri" ma "la giustizia internazionale non può continuare a dipendere dalla politica. Speriamo che da questo conflitto nasca un patto, qualcosa di nuovo". (8 apr - red)
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