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direttore Paolo Pagliaro

Neuroriabilitazione
a rischio tagli

Neuroriabilitazione <br> a rischio tagli

di Paolo Pagliaro

Si pensava che con il Covid anche per la sanità si fosse conclusa la stagione dei tagli lineari. Ma non è così, come dimostra l’orami annosa vicenda dei fondi per la neuroriabilitazione, la disciplina più adatta per restituire autonomia alle persone che hanno subito una lesione del sistema nervoso. Ogni anno dovrebbero accedere a questi reparti di alta specialità oltre 60mila persone: i più gravi degli oltre 250mila casi che si registrano annualmente in Italia. La riabilitazione rappresenta il terzo pilastro del servizio sanitario nazionale, insieme alla prevenzione e alla cura. Quella neurologica è una scommessa sulla sopravvivenza e sulla riconquista della mobilità e dell’autosufficienza per chi è stato offeso da un ictus, da un trauma cranico, da una lesione del midollo spinale.
Nonostante il fabbisogno sia largamente superiore ai 2.400 posti letto, al personale e ai macchinari disponibili, l’urgenza sembra essere il taglio dei costi. Il risparmio si dovrebbe ottenere riducendo i ricoveri e di conseguenza i letti, Come, è presto detto: consentendo l’accesso alla neuroriabilitazione ad alta specialità solo ai pazienti che sono stati in coma per almeno 24 ore. Un requisito giudicato arbitrario dalle società scientifiche, ingiusto dalle associazioni dei familiari, illegittimo dal Consiglio di Stato, e infine sconfessato anche dal Consiglio superiore di Sanità.
Quanto ai conti che si vorrebbero far tornare tagliando i posti letto, dimostra esattamente il contrario uno studio di Sda Bocconi. Un paziente che recupera la funzionalità dopo essere stato ricoverato in un reparto di neuro-riabilitazione ad alta specialità costa al servizio sanitario 20.700 euro. Ma ne costa 80 mila se deve essere assistito per anni dopo un trattamento non specialistico.

(© 9Colonne - citare la fonte)