Nei giorni della crisi di governo e alle porte della pausa estiva, 9colonne ha incontrato il senatore Fabio Porta, eletto nella circoscrizione estero con il Pd, per fare il punto su quanto fatto e quanto, verosimilmente, è possibile fare ancora per i connazionali che affidano le loro richieste ai rappresentanti eletti in Parlamento.
Quali obiettivi si è dato in questa ultima fase di legislatura?
"Gli obiettivi sono sempre ambiziosi, perché è ambiziosa il ruolo affidato dalla rappresentanza degli italiani all'estero, in particolare, per quanto mi riguarda, in una ripartizione come quella del sud America, dove vive la più grande comunità di italiani nel mondo. Bisogna però essere realisti e concentrarsi su cose specifiche; in questi giorni ho ripreso una mozione sugli accordi che riguardano la sicurezza sociale, soprattutto con l'America latina".
Temi e impegni che non tutti conoscono…
"Sono cose di cui si parla poco, ma questi accordi significano diritti, previdenza, pensioni, anche per quei giovani che hanno scelto l'Argentina, il Brasile, il Perù come prospettiva di vita, così come per quelle grandi comunità, per esempio ecuadoriana o peruviana, che vivono in Italia".
Poi i temi cari ai nostri connazionali.
"È chiaro che ci sono tematiche più vecchie sulle quali si continua a lavorare in cerca di soluzioni. Parlo per esempio dei problemi legati ai servizi consolari, che vanno affrontati con maggiore determinazione e serietà. Penso alla questione del personale, di cui risente la mancanza nelle reti consolari italiane, o i problemi legati agli impiegati già contrattati ma che si rifiutano di andare all'estero, un problema che sta diventando drammatico".
Lei intende la richiesta di adeguamento dei compensi?
"Il tema è anche quello. Ma c'è da affrontare anche il fatto che la rete di impiegati e diplomatici inizia ad essere anziana, dal punto di vista anagrafico. C'è il rischio di avere persone non solo poco motivate per una questione di compensi ma anche perché hanno una famiglia e preoccupazioni, perfettamente legittime, ma che incidono sul buon funzionamento della rete. E' legittima, però, anche la richiesta degli italiani all'estero di avere servizi efficienti, perché se un consolato è strutturato e organizzato a lavorare con venti impiegati, non può funzionare con solo dieci addetti. Serve quindi capire se si tratta di un problema di compensi, di nuovi concorsi, di selezionare meglio il personale. Insomma, si debbono individuare i problemi e trovare delle soluzioni".
Ha recentemente parlato di un progetto rivolto alle nuove generazioni.
"Sì. In commissione cultura sto cercando di far approvare la legge sull'insegnamento del fenomeno migratorio. Proposta ferma alla Camera che al Senato ha trovato la disponibilità di essere esaminata da parte del presidente della Commissione. Poi, sempre per quanto riguarda Camera e Senato, stiamo affrontando cercando di approvare la Commissione bicamerale grazie anche alla presidente Stefania Craxi. Pertanto, se la legislatura va avanti, se si supera la crisi, possiamo ancora fare qualcosa utile per gli italiani all'estero". (Sab – 18 lug)