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IIC Amburgo: l’impegno della nuova direttrice per la cultura e i giovani

IIC Amburgo: l’impegno della nuova direttrice per la cultura e i giovani

Una laurea in lettere moderne, un passato da insegnante e l’obiettivo di diffondere la cultura italiana nel mondo: all’Istituto italiano di cultura di Amburgo approda la giovanissima Francesca Fazion.

Francesca Fazion, lei, giovanissima, è in partenza per fare il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo. Cosa immagina la stia aspettando?
Immagino mi stia aspettando un’esperienza nuova, molto stimolante, che comporta anche delle responsabilità e che ho visto svolgere da altri colleghi prima di me. Penso possa però portare un contributo a quello che è il messaggio che vogliamo passare: la diffusione della cultura italiana nel mondo, andando ad incontrare gli altri partner che appunto lavorano all’estero insieme a noi, delle ambasciate e dei consolati.

Che formazione professionale ha?
Provengo dal mondo dell’insegnamento. Prima di fare questo lavoro insegnavo e mi sono laureata in lettere moderne.

Hai appena concluso un corso di formazione. Che cosa ha ricevuto?
Prima di iniziare questo lavoro abbiamo ricevuto un lungo corso di formazione che si è tenuto a Villa Madama, a Roma, e poi presso il Ministero. Ho anche lavorato un anno e mezzo, sempre a Roma: dalla Capitale si fa un lavoro di aiuto alle sedi estere, si supporta da un punto di vista amministrativo e contabile. È stata un’esperienza da cui ho imparato la gestione ed il lavoro futuro.

Quali sono gli obiettivi che ti sei data?
Voglio portare qualcosa, di quello che ci piace e che sappiamo fare bene in Italia, all’estero, dove hanno molta voglia di conoscere di più del nostro paese, andando ad incontrare quella che è la richiesta locale, quella che è l’esperienza che le persone hanno dell’Italia e che è sempre estremamente positiva.

La tua giovane età ti faciliterà nei rapporti con le nuove generazioni?
Spero vivamente di sì. Uno degli obiettivi che abbiamo è quello di mantenere il nostro pubblico, che è comunque un pubblico colto e di generazioni precedenti alla nostra; piano piano però già colleghi prima di noi si sono avvicinati alle nuove generazioni per cui sì, proseguiremo in questa direzione.

Quando si inizia un nuovo progetto si ha sempre dei timori, qual è il suo “fantasma”?
Il mio ‘fantasma’ è di allontanarmi da quello che è un paese e un ambiente in cui sto molto bene.

Si allontana fisicamente, ma sarà la sua materia quotidiana.
Sì, infatti. Si crea un rapporto ricco, perché è proprio da lontano che a volte si capiscono meglio certe cose che si vedevano da vicino e che si apprezzano anche di più, sicuramente.
(Sab – 1 set)

(© 9Colonne - citare la fonte)