di Paolo Pagliaro
Se lo sviluppo delle rinnovabili è la vera alternativa al gas russo – ma anche a quello americano, che lo sta rimpiazzando a prezzi esorbitanti - allora è un’ottima notizia il via libera alla posa dei cavi elettrici sottomarini che dovranno collegare Sicilia, Sardegna e Campania per sfruttare l’energia solare ed eolica prodotta nelle isole. L’elettrodotto progettato da Terna si chiama Tyrrhenian Link, è lungo 950 km, a regime sarà costato quasi 4 mi¬liardi e avrà dato lavoro a 250 imprese. E’ una sfida ingegneristica rilevante: nella posa dei cavi sottomarini per la prima volta al mondo verranno superati i 2.000 metri di profondità.
Ieri il ministero della Transizione ecologica ha avviato formalmente il procedimento autorizzativo della tratta da 480 chilometri che connetterà Sicilia e Sardegna dopo che, nei giorni scorsi, aveva autorizzato il tracciato dalla Sicilia al continente via Campania.
Garantista ma farraginoso, l’iter delle autorizzazioni ha visto Terna impegnata in due anni di consultazioni ad ampio raggio. Il progetto è stato illustrato a centinaia tra amministratori comunali e regionali, associazioni di categoria, enti locali, imprese e anche a migliaia di privati cttadini a vario titolo interessati. Il problema principale era rappresentato dai 60 chilometri di cavi interrati per i quali sono stati discussi e concordati tracciato e stazioni di conversione, utilizzando prevalentemente strade già esistenti e lasciando inalterati ambiente e paesaggio.
Il Tyrrhenian Link è un’infrastrttura strategica per il sistema elettrico italiano. Consentirà di trasportare l’energia rinnovabile dai luoghi di produzione a quelli di consumo. Se il nuovo ministro per la Transizione ecologica rispetterà la tabella di marcia fissta da Cingolani, il primo cavo entrerà in funzione fra tre anni e l’intera opera sarà completata nel 2028.