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direttore Paolo Pagliaro

Il professore
e il greenwashing

Il professore <br> e il greenwashing

di Paolo Pagliaro

Fino all’altro giorno il professor Marco Grasso, ordinario di geografia economica e politica, era il direttore dell’unità di ricerca “Antropocene” che nell’ambito dell’Università di Milano-Bicocca si occupa di questioni legate alla transizione energetica. Ieri il professore si è dimesso perché non condivide la decisione del suo ateneo di avviare una collaborazione, proprio su questo tema, con l’Eni. Dopo anni di pubblicazioni sul ruolo e le responsabilità dell’industria petrolifera nei cambiamenti climatici, sarebbe strano – scrive in sostanza Grasso – che io accettassi di collaborare con chi ha nascosto, banalizzato e distorto le evidenze scientifiche, come hanno fatto le compagnie dei combustibili fossili. Il professore ricorda che molte università – a cominciare da quelle di Oxford e di Princeton – hanno deciso tagliare ogni legame con l’industria petrolifera, per non prestare il fianco a operazioni di greenwashing, cioè quella strategia di comunicazione che presenta come ecosostenibili attività che hanno invece un impatto ambientale negativo.
E’ interessante, a questo riguardo, il caso della Coca Cola, che per la quinta volta in cinque anni conquista il titolo di maggiore inquinatore planetario nel settore della plastica. 15 mila volontari di 44 paesi hanno analizzato tonnellate di rifiuti dispersi nell’ambiente e - informa Greenpeace - hanno raccolto più bottiglie di Coca che degli altri due maggiori inquinatori - Pepsi e Nestlé - messi insieme. Il greenwashing consiste nel fatto che Coca-Cola (120 miliardi di bottiglie usa e getta ogni anno, prodotte al 99% con combustibili fossili) è lo sponsor principale della Conferenza Onu sul clima che si sta tenendo in Egitto.

(© 9Colonne - citare la fonte)