di Paolo Pagliaro
Si chiude in queste ore la settimana di scioperi regionali promossi da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo. Alla base della protesta ci sono rivendicazioni concrete: i due sindacati chiedono di aumentare i salari detassando gli aumenti contrattuali, di vietare i contratti pirata al ribasso, di riformare il fisco rispettando il criterio della progressività, di rivalutare le pensioni, di destinare più risorse alla scuola e alla sanità pubbliche . E’ uno sciopero contro le disuguaglianze, tema che – dopo anni di letargo – sta forse tornando centrale nel dibattito pubblico.
Non mancano gli strumenti per metterlo al riparo dai rischi della semplificazione e della propaganda. Con il titolo “L’Italia dei divari” è uscito in questi giorni un numero monografico della rivista del Mulino. in cui esperti di varie discipline fanno un quadro degli squilibri vecchi e nuovi che segnano la società italiana. Ci sono tra l’altro dati eloquenti sugli effetti dell’epidemia, che ha ulteriormente aperto la forbice tra chi ha di più e chi ha di meno in molti ambiti. L’Italia è uno dei Paesi in Europa con maggiori diseguaglianze. Sorprende e avvilisce apprendere, scrivono i curatori della monografia, che questi divari esistono spesso a causa delle politiche pubbliche.
Il tema si ritrova in un libro intitolato “Uguali per Costituzione” scritto per Feltrinelli da Ernesto Maria Ruffini, giurista attualmente a capo dell’Agenzia delle Entrate. E’ la storia di come si è realizzata o in altri casi è scolorita un’utopia nata con la Carta del 1948: l’eguaglianza dinanzi alla legge, quella religiosa, quella tra i generi e le generazioni, quella nel lavoro, nell’informazione, l’eguaglianza di fronte al fisco. Scrive nella prefazione Sergio Mattarella che le leggi da sole non bastano se tutti non ci sentiamo parte di una comunità.




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