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A New Haven il primo elenco telefonico

21/2/1878

A New Haven il primo elenco telefonico

Il 21 febbraio 1878 viene pubblicato il primo elenco telefonico al mondo. Un foglio largo 14 centimetri e alto 21 che contiene i nomi di 50 persone, gli abbonati al primo centralino telefonico della storia, entrato in funzione a gennaio a New Haven, nel Connecticut. Nel 1881 Antonio Meucci aveva ottenuto un brevetto temporaneo (non avendo il denaro necessario per ottenerne uno definitivo) del suo telettrofono, il prototipo del telefono. Ma alla sua scadenza, il 17 marzo 1876, il 29enne docente dell'Università di Boston Alexander Graham Bell, sperimentatore di macchine acustiche, depositò il brevetto standard dell'invenzione. Ne nascerà una causa, intentata dall'inventore italiano, che nel luglio 1887 porterà alla sciagurata sentenza del giudice William James Wallace che riconobbe la paternità dell'invenzione a Bell. Meucci, ad 80 anni, povero e malato, tenterà l'appello. Inutilmente. Morirà due anni dopo, il 18 ottobre 1889, nel più totale sconforto. A riparare all'ingiustizia ci penserà, l'11 giugno 2002, la risoluzione del Congresso degli Stati Uniti che riconoscerà Meucci quale vero inventore del telefono. Meucci aveva avuto la prima idea del telefono a Cuba, dove era stato costretto ad emigrare, da Firenze, nel 1835, a 17 anni, a causa del suo coinvolgimento nei moti rivoluzionari nel Granducato di Toscana. Qui aveva sviluppato un metodo per curare diverse malattie con scosse elettriche. Un giorno del 1849 (quando il suo rivale Bell aveva solo due anni), mentre stava predisponendo uno dei suoi apparecchi per curare un amico che si trovava in un'altra stanza, ne udì distintamente la voce attraverso un cavo elettrico che collegava i due ambienti. Meucci aveva infatti inserito nella bocca dell'amico una linguetta metallica collegata ad un avvolgimento connesso a sua volta ad un conduttore che terminava nell'altra stanza. La linguetta metallica si era comportata da traduttore e, grazie all'avvolgimento, aveva convertito le sue vibrazioni in una corrente elettrica. Immediatamente Meucci comprese la portata del fenomeno ed iniziò senza sosta a mettere a punto quello che chiamò il "telegrafo parlante" (mettendosi anche in contatto con il valdostano Innocenzo Manzetti che nello stesso periodo sperimentava, ad Aosta, un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza utilizzando il principio di induzione magnetica).

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