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Tonino Guerra, l’ottimismo e la metrica del grande schermo

Tonino Guerra, l’ottimismo e la metrica del grande schermo

Il 20 marzo entrava la primavera del 2012 ed il giorno dopo, il 21 marzo, usciva di scena Tonino Guerra, scomparso a 92 anni a Sant'Arcangelo di Romagna. Il 21 marzo, che era anche la giornata mondiale della poesia. Quante altre convergenze poteva sperare, il lirico, famigerato sceneggiatore di Fellini, ma anche scultore e anche pittore? Elsa Morante lo aveva definito l' "Omero della civiltà contadina", lei che invece era abituata piuttosto agli Omero della civiltà borghese, se si pensa a Moravia. Guerra deve molta della sua più vasta popolarità, all'unica cosa realmente pop che lo vide protagonista: uno spot. Uno spot televisivo di una catena di negozi di elettrodomestici. I telegiornali lo hanno ritrasmesso, perché ricordare un poeta con una poesia era troppo facile. Mario Baudino su La Stampa è andato a chiedere ad Oscar Farinetti, che di quella pubblicità fu l'artefice, come fece a convincere uno che in video non c'era andato nemmeno con Antonioni, nemmeno col regista di Otto e mezzo. Dice Farinetti che usò argomenti altamente seduttivi: che Hemingway fu testimonial per la Campari, o che D'Annunzio inventò il nome della Rinascente. Argomenti seduttivi per tutti, tranne che per Tonino Guerra. Servì un assegno. "Mi concedo a te come una prostituta ad un suo cliente. Tuttavia mi piace questa voglia che hai di mettere un po' di poesia accanto a questa roba di m... che vendi". Nacque un'amicizia, oltre al famoso slogan che abbiamo conosciuto, quello semplice semplice dell'ottimismo. Ma è curioso sapere come nacque, prima di andare oltre nella compilazione commemorativa. Lo inventò Guerra stesso, arrivato davanti al supermercato prescelto, non voleva entrare: troppi desideri, troppi sogni stipati in un sol luogo. Allora gli arriva la telefonata del suo amico Gianni, a cui lui risponde: "l'ottimismo è il profumo della vita". Gianni era sordo. Tonino parlava ad un sordo. Tonino era ottimista: se parlava ad uno sordo, poteva parlare a chiunque. Quell'evento pop è stato nello stesso tempo un evento di fiducia espressiva. Parlare al telefono ad un sordo è quello che fa ogni poeta. Parlare in versi, incomprensibili ai più, è il medesimo atto di speranza comunicativa del dire ad un amico che non sente che l'ottimismo è il profumo della vita. Peccato che il dolore renda momentaneamente ciechi, se come riportano le cronache, moglie e figlio hanno detto che "è sceso il silenzio". Certo, Tonino Guerra non c'è più e nessuno lo restituisce ai familiari. Ma nessuno lo toglie ai lettori, o agli spettatori dei suoi film. Lui che fu maestro elementare e insegnò alla madre analfabeta a scrivere, lui che finì in un campo di prigionia nel '43 ed ogni giorno scriveva una poesia. Finisce la guerra, inizia Guerra: quelle poesie da reclusione sono la sua prima raccolta. Poi le sceneggiature a Roma, nel '53, oltre ai già citati Fellini ed Antonioni, De Sica, Monicelli, Rosi, Elio Petri ed i fratelli Taviani. Che hanno detto: "senza di lui il cinema sarebbe stato più brutto".

(© 9Colonne - citare la fonte)
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