Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

ambiente

Water Defenders Alliance, un patto per non farci rubare il mare

Alleanza tra aziende, università, associazioni e porti: scatta la mobilitazione per salvare e tutelare il patrimonio idrico 


Oceani, mari, fiumi e laghi rischiano di subire gli effetti diretti del cambiamento climatico e dell’impatto delle attività antropiche sull’acqua, risorsa fondamentale per la sopravvivenza della specie umana. Le acque marine, infatti, assorbono circa un terzo delle emissioni di CO2 che produciamo e da loro dipende circa la metà dell’ossigeno che respiriamo ma sullo stato di salute delle grandi distese d’acqua oggi incombono tre grandi minacce: le microplastiche, lo sversamento degli idrocarburi e la fragilità degli habitat marini. Secondo quanto riportato dal portale del programma di comunicazione regionale europeo EU Neighbors South sono circa 570mila le tonnellate di plastiche che finiscono ogni anno nel Mar Mediterraneo. Un recente studio condotto dall'Advanced Technologies Network Center dell'Università di Palermo ha dimostrato come, in alcuni tratti del Mediterraneo, la quantità di microplastiche è cresciuta dell'80% tra settembre 2019 e maggio 2022. Per tutelare gli habitat naturali e le acque del Bel Paese LifeGate, da oltre 20 anni punto di riferimento italiano sulla sostenibilità, lancia la Water Defenders Alliance, un’alleanza composta da aziende, università, associazioni ed enti di ricerca, persone, istituzioni e dai 99 porti che, a vario titolo, possono partecipare alle soluzioni proposte da LifeGate per tutelare e salvare le acque italiane dall’inquinamento. Dal drone in grado di esplorare piccole aree di mare o di lago, andando a caccia dei rifiuti plastici che si muovono lontani dai punti di accumulo, a ridosso di pontili e banchine fino al cestino di raccolta dei rifiuti che galleggiano nelle acque di superficie e alle missioni di sub professionisti per il recupero sui fondali marini di detriti abbandonati, incluse plastiche e “reti fantasma”, particolarmente pericolosi per l’ecosistema. E ancora le attività di piantumazione di Posidonia oceanica, pianta marina preziosa per la salute del mare, e di ripristino, nel Golfo della Spezia, di colonie di molluschi nostrani, come cozze e ostriche, che non solo ripuliscono il mare in quanto filtri naturali ma che permettono anche di catturare CO2, tenendo lontane le specie “aliene” che vengono importate da imbarcazioni che attraversano altri corsi d’acqua, aggressive e pericolose per la sopravvivenza delle specie animali. Sono queste alcune delle principali soluzioni e progetti implementati da LifeGate per tutelare la biodiversità del patrimonio idrico italiano.

(© 9Colonne - citare la fonte)