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Crocco (Comites NY): puntare sul rientro dei 'talenti'

Crocco (Comites NY): puntare sul rientro dei 'talenti'

“Con grande interesse, ho avuto modo di leggere l'articolo di Filippo Poletti pubblicato sulle pagine del Sole24Ore, dedicato alla rilevante tematica della "fuga dei talenti". Il lavoro trae origine dalla ricerca coordinata da Serena Gianfaldoni presso il CAFRE, il Centro interdipartimentale per la Formazione e Ricerca Educativa dell'Università di Pisa, che indaga sulle profonde motivazioni che spingono gli italiani a cercare fortuna all'estero. Le conclusioni di questa approfondita analisi rivelano come la ricerca di opportunità di carriera sia il principale motore che spinge un gran numero di connazionali a stabilirsi in altre nazioni. Questo elemento trova ulteriore riscontro nell'ultimo "Rapporto Italiani nel Mondo" redatto dalla "Fondazione Migrantes", dove emerge chiaramente che la fuga verso l'estero è alimentata da una molteplicità di fattori, tra cui retribuzioni, prospettive di carriera, contesto di fiducia e stabilità, welfare e qualità della vita.

La diaspora degli anni '50 e '60, che ha privato l'Italia di una considerevole forza lavoro, ha ora assunto una prospettiva diversa. Si assiste, infatti, ad una nuova ondata di emigrazione, quella che viene definita la "fuga dei cervelli" o "brain drain". Questa generazione decide di partire alla ricerca di realizzazione personale, esperienza e crescita del proprio background, cercando una stabilità che l'Italia sembra non garantire più. Purtroppo, ciò ha come conseguenza il negare ai propri figli un futuro dignitoso e proficuo nel proprio paese d'origine.

Questo fenomeno merita un'attenzione particolare per comprendere appieno le cause e i fattori che stanno privando l'Italia della sua più grande risorsa, cioè i talenti, e che accentuano la distanza con il resto del mondo in termini di crescita e sviluppo. Se si volesse quantificare in numeri, il paese perde addirittura l'1% del PIL a causa della fuga dei talenti, bruciando al contempo ingenti risorse investite nella formazione e nel capitale umano”. Così in una nota Alessandro Crocco, Presidente Com.It.Es. New York.

 

 

PUNTARE SUL RIENTRO DEI CERVELLI IN FUGA”

 “Come giovane emigrato che ha trovato nella "Grande Mela" la casa per realizzarsi, comprendo a fondo le sfide e le speranze che accompagnano questo percorso. Oggi, ricopro anche il ruolo di presidente del Com.It.Es di New York, il che mi dà una prospettiva unica sui temi dell'emigrazione e del ritorno dei talenti. Inoltre, proprio il Com.It.Es di New York è tra i promotori, assieme all’AIRIcerca New York Chapter, del progetto “Indagine sui ricercatori italiani all’estero”. Il fine è proprio quello di comprendere meglio la mobilità internazionale dei ricercatori e delle alte qualifiche nei settori pubblico e privato e intercettare le esigenze, le idee, i punti di forza o di debolezza, gli incentivi, da mettere in campo per il rientro dei “cervelli in fuga”. Così in una nota Alessandro Crocco, Presidente Com.It.Es. New York.

 

L’ITALIA DEVE RECUPERARE IL "SOGNO AMERICANO"

 

 “Si emigra per realizzarsi, per inseguire un sogno, per soddisfare la voglia di fare e investire. Non esiste la certezza di riuscire a concretizzare ciò che si spera, ma allo stesso tempo, è possibile andare oltre le proprie aspettative e superare i propri traguardi. È proprio in questa determinazione e caparbietà che il vero "sogno americano" trova le sue radici. Negli Stati Uniti, gli incentivi all'autoimprenditorialità e le azioni meritocratiche guardano alle intelligenze e ai talenti come risorse su cui investire, favorendo la crescita personale e il successo professionale. Il "sogno americano" rappresenta, dunque, una speranza per molti giovani italiani, ma allo stesso tempo, è ciò che il nostro paese deve recuperare. L'Italia deve riscoprire la fiducia in se stessa e la visione che porta ad investire maggiori risorse nel proprio capitale umano, tutelando il pubblico e sostenendo l'iniziativa privata, al fine di accrescere i propri patrimoni e attuare politiche d'intervento attivo sui territori. Non basta guardare solo al giusto e necessario sostegno sociale, ma attraverso una progettualità mirata e a lungo raggio, è necessario creare lavoro e, di conseguenza, occupazione”. Così in una nota Alessandro Crocco, Presidente Com.It.Es. New York. (red/ Gil)

 

 

POLITICHE PER INCENTIVARE RITORNO "TALENTI"

 

 “Le politiche che possono incentivare il ritorno dei tanti "talenti" sparsi nel mondo rappresentano la strada giusta da intraprendere per invertire la rotta. Ciò significa non solo riportare a casa menti e braccia, ma anche beneficiare delle risorse che hanno ampliato le loro conoscenze e il proprio background, e che ora sono pronte a metterle a disposizione del proprio paese e dei propri territori”. Così in una nota Alessandro Crocco, Presidente Com.It.Es. New York. “In conclusione, l'emigrazione dei talenti italiani è un fenomeno che richiede una riflessione approfondita e azioni concrete. È importante che l'Italia crei le condizioni giuste per permettere ai propri giovani di realizzarsi nel proprio paese, offrendo loro opportunità di crescita, sviluppo professionale e personale. Il rafforzamento del patto generazionale – continua - e il riconnettersi con i cittadini sono elementi essenziali per l'Italia, poiché un'ampia collaborazione tra le diverse generazioni è indispensabile per affrontare le sfide attuali e future. È fondamentale creare un ambiente che valorizzi le aspirazioni dei giovani, riconoscendo che la carriera e la realizzazione personale non possono essere semplicemente quantificate in termini di denaro ma è ciò che ci rende liberi e felici, e dobbiamo abbracciare e sostenere questo principio. Incentivare il ritorno dei talenti può contribuire a costruire un legame più saldo tra le nuove generazioni e il paese, favorendo un arricchimento reciproco e la crescita congiunta. Un'adeguata valorizzazione dei talenti e un ambiente favorevole alla loro reintegrazione nel tessuto sociale ed economico italiano possono generare un circolo virtuoso di innovazione e sviluppo. Inoltre, creare opportunità di coinvolgimento e partecipazione per i talenti che decidono di tornare può rafforzare il senso di appartenenza e il desiderio di contribuire attivamente alla crescita del proprio Paese. In definitiva, investire nel ritorno dei talenti italiani rappresenta una scelta di lungimiranza che può apportare notevoli benefici a livello individuale e collettivo, costruendo una società più inclusiva, dinamica e competitiva a livello internazionale” conclude Alessandro Crocco, Presidente Com.It.Es. New York. (red/ Gil)

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