Con 166 voti a favore e 109 contrari, l'Italia ribadisce il proprio 'no' alla gestazione per altri, meglio nota come maternità surrogata. Che in realtà è già vietata nel nostro Paese dal 2004, ma che con la proposta di legge a prima firma della deputata Carolina Varchi di Fratelli d'Italia la maggioranza punta a far diventare reato universale, ovvero perseguibile anche se commesso all'estero. Ad oggi, la legge sulla procreazione assistita prevede che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila a un milione di euro”. Ma nei mesi scorsi il governo aveva già stoppato le trascrizioni al comune dei certificati di nascita di famiglie omogenitoriali. Per Carolina Varchi si tratta infatti di una pratica "aberrante, che mina le basi delle relazioni sociali. Non c'è nessuna discriminazione e nessun diritto violato: ogni bambino ha un genitore biologico, che può trascrivere il proprio figlio all'anagrafe. Decenni e decenni di femminismo per avallare una pratica per cui una donna viene trasformata in una sorta di forno".
Scontata era la contrarietà delle opposizioni alla universalità del reato, con la capogruppo del Partito democratico Chiara Braga che per esempio attacca in aula: "La vostra è pura propaganda, i figli arcobaleno non sono irregolarità ma una realtà, non possiamo accettare questa legge che vuole colpire i diritti dei bambini e per questo motivo voteremo convintamente contro questa legge". Meno scontate erano le frizioni registrate all'interno delle stesse opposizioni, venutesi a creare sulla base di un emendamento di PiùEuropa a prima firma di Riccardo Magi: la fattispecie, prevedeva di normar la gestazione per altri permettendola in assenza di sfruttamento e fini di lucro. Il testo, respinto dalla maggioranza, ha anche diviso le opposizioni: il Partito democratico non ha partecipato al voto, M5S si è astenuta, mentre Alleanza Verdi Sinistra ha votato a favore ma la capogruppo Luana Zanella ha dichiarato di essere contraria, considerando l'emendamento "una grande mistificazione, perché attorno alla cosiddetta generosità di una donna che presta se stessa per una gravidanza, c'è profitto da parte di tutti i soggetti coinvolti, in particolare le agenzie che anche a livello europeo agiscono in un vero e proprio settore produttivo, in cui la donna viene sfruttata per la sua capacità produttiva".
(Sis)
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