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UCRAINA, MARGELLETTI:
E ORA PALLA A MOSCA

Mentre i furiosi combattimenti al fronte limitano le reciproche avanzate e nei cieli si avvicendano ondate di droni e missili, dal presidente ucraino Volodymir Zelensky sembrano arrivare aperture diplomatiche al collega russo Vladimir Putin. Libero ne ha parlato con l'esperto di strategia Andrea Margelletti, presidente del CESI (Centro Studi Internazionali) di Roma il quale sottolinea per prima cosa che “Non possiamo mettere sullo stesso piano diplomatico Russia e Ucraina, cioè l'aggressore e l'aggredito. Sarebbe come equiparare lo stupratore alla vittima. Per troppo tempo, negli ultimi mesi, abbiamo visto, anche in Occidente, ragionare in termini che annullano il divario fra Mosca e Kiev. No. Chi è aggredito ha sempre il pieno diritto di difendersi a oltranza. Dipenderà solo dalla Russia il tornare al tavolo dei negoziati per risolvere il conflitto in via pacifica. Sotto tale aspetto, si può dire che le affermazioni di Zelensky, siano in realtà un tentativo di dare ai russi un'occasione da cogliere. Ma sta ai russi coglierla oppure no”. Zelensky ha affermato che una volta che le sue truppe saranno “arrivate sui confini amministrativi della Crimea, si potrà forzare politicamente la Russia alla smilitarizzazione della penisola”. È un meccanismo fattibile? “In linea di massima è fattibile, ma nella pratica lo vedo di molto difficile attuazione poiché i russi puntano ancora a un conflitto di lunga durata. Loro vogliono vincere e contano sul prolungare la guerra il più possibile nella speranza che i Paesi occidentali si stanchino di sostenere l’Ucraina”. (29 AGO - deg)

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