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Incontro su Syria Poletti, la scrittrice dell'immigrazione italiana in Argentina

Incontro su Syria Poletti, la scrittrice dell'immigrazione italiana in Argentina

L’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires in collaborazione con il Museo dell’Immigrazione di Tres de Febrero, organizzano l'incontro intitolato “Gente con noi. Syria Poletti e l’immigrazione italiana”, previsto per questo sabato pomeriggio. La tavola rotonda girerà intorno alla figura della scrittrice italo-argentina Syria Poletti, nata in Veneto nel 1917 e giunta nel paese sudamericano vent'anni dopo per raggiungere i genitori che erano migrati nella provincia di Entre Ríos nel 1926. Poletti divenne una scrittrice di spicco in Argentina, e il suo romanzo del 1961 “Gente conmigo” riscosse un grande successo. “La rilevanza del lascito letterario e biografico di Syria Poletti in quanto voce dell’immigrazione italiana in Argentina si rivela oggi non solo pregnante come in passato ma pure gravida di particolare attualità, dal momento che il senso del suo messaggio permette di sottolineare l’importanza della cultura del lavoro che la comunità italiana ha portato con sé ovunque nel mondo, che è al centro del dibattito socioculturale e perfino politico dell’Argentina d’oggi e degli anni a venire, ma che ancora ha da essere riconosciuta come componente culturalmente fondamentale anche dell’identità Argentina e del discorso sulla libertà. La lettura italiana del suo messaggio ne arricchisce in tal senso il significato”, spiega a 9Colonne Claudia Razza, dottoressa in filosofia dell’Università di Trieste e autrice della traduzione in italiano di “Gente conmigo” nelle sue due edizioni, quella del 1998 e quella più recente del 2022. Poetessa, autrice di molteplici racconti per l'infanzia e rinomata penna della stampa argentina grazie ai suoi scritti pubblicati su La Nación o Vea y Lea, Poletti fu soprattutto una voce coraggiosa dell'emigrazione italiana.
“Non di rado l’uscita – o il ritardo dell’uscita – dei libri risponde non a una scelta dell’autore o di chi, per darli a conoscere magari anche postumi, si prodiga in un lavoro che a volte diventa ben più impegnativo della traduzione o curatela, ma dipende dalle circostanze più varie, che possono spaziare da quelle più banali e concrete in assoluto, cioè, a volte i libri non escono per ragioni di ristrettezza economica (come si sa, per converso, oggi pagando si pubblica qualunque cosa), alle più alte o ideali, ma in questo secondo caso Syria è ancora una volta favorita: un libro che si impone col tempo, dopo aver atteso magari decenni di essere valorizzato come merita, dimostra di avere un valore più grande degli ostacoli che può essersi trovato a dover superare. Gente conmigo ha vinto in spagnolo il Premio Losada nel ’61 e se ne sono fatte quasi dieci edizioni. Ma alla morte dell’Autrice, nel 1991, il libro non era ancora riuscito a vedere la luce in traduzione italiana, come lei desiderava. L’amicizia con l’Autrice, nonché il debito di riconoscenza che sentivo di avere verso una scrittrice straordinaria, mi hanno incoraggiato a non demordere nell’obiettivo di far conoscere la sua opera nella sua terra d’origine, dove io stessa, nata all’estero, ero in quegli anni “rientrata” o “immigrata”. La prima edizione italiana di Gente con me, che fu la prima pubblicazione in assoluto di un suo libro in Italia, potè uscire grazie a uno sforzo immane, contro un’indifferenza incredibile, e con il contributo altrettanto ostinato di davvero poche e meritorie persone. Si trattava di rompere il ghiaccio, e l’impresa è riuscita. Quando venticinque anni dopo, giunse la telefonata dell’editore Rubbettino, che nella persona del direttore editoriale dott. Luigi Franco rese quindi possible questa seconda, nuova edizione, capì che a volte è un’opera a decidere quale sia il suo momento, e in casi eccezionali essa può avere anche il potere di riportare un’autrice in vita al di là dei suoi anni, sottolineando il significato del suo lavoro per la Storia anche successiva. Io penso che questo romanzo sia peraltro, come sanno esserlo i grandi, un’opera senza tempo, che riesce a parlare in modo lucido anche ai posteri, senza mai pregiudizi, ma descrivendo esperienze, sentimenti, fatti, emozioni che per il modo meraviglioso in cui son scritti -detti, ma finanche taciuti- fanno sempre commuovere, e quindi riflettere”, sostiene Razza.
L'appuntamento è dunque per il 30 settembre presso la sede dell'Hotel degli immigranti del Muntref, nei pressi del Porto di Buenos Aires a partire dalle 15. Insieme alla professoressa Razza, esporranno anche Marcelo Huernos, curatore del Muntref e ricercatore presso l'Università di Tres de Febrero, e Marcos Novaro, sociologo, analista politico e consulente, giornalista del canale televisivo TN e professore/ricercatore presso l'Università di Buenos Aires.(Fel - 29 set)

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