Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

TURISMO DELLE RADICI

Lama dei Peligni: il paese dei camosci

Lama dei Peligni: il paese dei camosci

Isolato sulle pendici meridionali del massiccio della Majella, popolato da appena 1300 abitanti, Lama dei Peligni è un borgo che ha diverse ragioni per potersi dire “famoso”, tra cui il privilegio di essere il “Paese dei camosci”. All'ingresso del paese il visitatore è accolto da una fontana del 500 in pietra bianca della Majella, Fontecannella. Notevoli il palazzo cinquecentesco dei Baroni Tabassi e l'ottocentesco Palazzo Verlengia. E poi ci sono le chiese. A partire ovviamente dall'antica parrocchiale, risalente al 1589 (lo attesta una data sul possente campanile) e che costituisce una delle poche chiese abruzzesi del Rinascimento di forma basilicale. Altri edifici religiosi da vedere in paese sono poi la chiesa di San Pietro, che ha un busto ligneo dipinto di san Francesco Saverio, e la chiesa di Maria Santissima della Misericordia, annessa all'omonimo convento costruito nel 1327 da Roberto da Salle, un seguace di papa Celestino V, e che subì vari rifacimenti dal 1530 al 1600. Il comune abruzzese, però, offre anche notevolissime attrattive naturali, a partire dalle sue grotte: da quella di Sant'Angelo, che si apre a 985 metri di altitudine sopra un impressionante burrone del massiccio della Majella, alla più nota e importante delle grotte, anche perché ormai la sua fama è indissolubilmente legata a Gabriele D'Annunzio, la grotta del Cavallone, detta anche della Figlia di Iorio. A 1475 metri di altezza, nel cuore del Parco nazionale della Majella, è una delle grotte visitabili più alte d'Europa e si può raggiungere dal paese in due ore di interessante escursione su sentiero, anche se in realtà la maggior parte dei visitatori sfrutta la comoda funivia che dalla strada statale sale direttamente al suo ingresso. Dal fiume Aventino salendo al massiccio della Majella, il territorio di Lama dei Peligni passa dai boschi di quercia popolati da caprioli e cinghiali su fino a ripide e inaccessibili balze calcaree dove un solo quadrupede è in grado di avventurarsi: è il camoscio appenninico, acrobata degli strapiombi, che lassù trova il suo terreno di gioco preferito e che non è difficile avvistare, in quella che è a tutti gli effetti la prima area faunistica del Camoscio d'Abruzzo della Majella. Qui si trova anche il museo ricavato nel centro di visita del Parco Nazionale della Majella: un museo-laboratorio che coinvolge il visitatore con pannelli, diorami, supporti multimediali, reperti naturalistici e archeologici. Intorno al museo, ci sono poi la ricostruzione di un villaggio neolitico, voliere con rapaci provenienti da centri di recupero, e un bel giardino botanico dedicato al botanico napoletano Michele Tenore che dal 1995, su una superficie di 9000 mq, ospita circa 500 specie vegetali, endemiche dell'Appennino Centrale o esclusive della Majella. Per gli amanti della gastronomia, da assaggiare la sfogliatella abruzzese: di forma ovoidale, un po' schiacciata, più grande di quella napoletana, ripiena con marmellata d'uva e di amarena, con mosto cotto, noci e cacao.
COME ARRIVARE: L’aeroporto di riferimento è quello di Pescara (65 km), mentre la stazione ferroviaria è quella di Campo di Giove (13 km). In auto da Roma, lungo A24 e A25/E80: seguire A24 e A25/E80 in direzione di Str. è Roccacasale/SR5 a Pratola Peligna e prendere l'uscita Pratola P-Sulmona da A25/E80. Guidare, poi, su Strada Statale 17 e SS84 in direzione di Via Fonte Cannella a Lama dei Peligni.
ALTRI LUOGHI DA VISITARE: Partendo da Lama dei Peligni da non perdere una visita all’interno dell’area del Parco della Majella, tra cascate, eremi, sentieri e strade. Da provare anche un’escursione lungo Passo San Leonardo, a quota 1.282 metri, che collega Pacentro a Sant'Eufemia a Majella. Nei dintorni anche la Valle dell’Orfento, le Gole di Fara San Martino e il ponte del Vallone.

(© 9Colonne - citare la fonte)