Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Da cosa nasce
il rischio Italia

Da cosa nasce <BR> il rischio Italia

di Paolo Pagliaro

C’è un indicatore che misura il coefficiente di rischio delle varie economie nazionali. Si chiama Country Risk Map, è prodotto in America ed è pensato per gli investitori. Hanno un coefficiente di rischio zero Stati Uniti, Svizzera, Paesi Bassi, Germania, Canada, Australia e Danimarca. Seguono, con rischi ridottissimi per chi pensa di investire i propri denari, Austria, Francia, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Giappone e Spagna. Per trovare l’Italia bisogna scorrere la classifica fino alla parte bassa, dove a farci compagnia ci sono economie come Mauritius, Piccole Antille, Romania e India. Ci precedono anche Botswana, Bulgaria e Messico. Il fatto che si giudichi meno rischioso il Messico, dove l’anno scorso l’economia legata al narcotraffico ha prodotto 30 mila omicidi, consiglia di prendere con cautela questo tipo di classifiche.
Tuttavia, è vero che l’Italia paga leggi complicate e troppo “interpretabili”, un sistema giudiziario che rimane uno dei più lenti del mondo, nonché una burocrazia stravolta ad ogni cambio di Governo. Ma ci sono altre ragioni che spiegano perché siamo a rischio e le racconta un libro di Francesco Chiodelli, pubblicato da Bollati Boringhieri con il titolo “Cemento armato”. È l’inchiesta di uno studioso sulla politica dell’illegalità nelle città italiane. Con molti esempi - dalla storia infinita dello stadio della Roma ai cambi di destinazione d’uso comprati e venduti in Lombardia - si dimostra che l’illegalità rappresenta uno dei tratti urbani distintivi dell’Italia. Si concretizza nell’abusivismo edilizio, nella corruzione, nell’infiltrazione della criminalità organizzata. Il libro racconta pratiche dove tutto ha un prezzo e l’applicazione della legge è facoltativa. Difficile che così si attraggano gli investimenti.

(© 9Colonne - citare la fonte)