Il settimanale l'Espresso del 27 ottobre ci racconta alcune cose del Veneto – che è la mia regione - dove é noto che nonostante la propaganda del marketing manager la gente si può adeguatamente curare se ha i bigliettoni da 100 euro in tasca. Salvo, ci vorrebbe altro, per le patologie piú gravi.
Il Veneto da terra di emigranti, anche mio nonno lavorò sui binari del Baden-Württemberg, é diventato centro di sviluppo economico: molti avevano doppio lavoro e si costruivano di sabato e domenica la casetta di proprietà. É la seconda Regione italiana per consumo di suolo, mentre Verona ha il triste primato di essere capofila nel Veneto.
Nel 2016: 92 mila edifici industriali, 12 mila fabbriche vuote (12%), un capannone ogni 54 abitanti, 10 aree industriali, mediamente, fra i 563 Comuni veneti. Nel 2017 la Regione interviene ponendo un limite al consumo di 9575 ettari entro il 2050. Con una eccezione, però: le aree logistiche di rilevanza sovracomunale.
Situazione odierna: 92 mila edifici industriali, di cui 9200 inutilizzati (-13 % rispetto al 2016). Il 20 % andrebbe demolito perché inutilizzato o in contesti non funzionali. 1400 dovrebbero riprendere vita per altri usi: palestre, centri culturali, coworking, ecc.. In 35 casi si dovrebbe passare da edifici a prati.
Ma: a Roncade (TV) vengono concessi 250 mila mq ad Amazon, vicino a Quarto D'Altino 500 mila per un hub logistico, a Montebelluna (TV) 25 mila mq per un centro commerciale. Restano bloccati 127 mila mq a Zevio. Ma dal TAR.
Non si sa cosa succedeàá al Quadrante Europa di Verona, per il quale esisterebbe un masterplan, non accessibile, speriamo solo per ora, al contribuente.