"Solo chi dice la veritá puó permettersi una pessima memoria" (Theodor Heuss, grande statista e primo Presidente della Repubblica Federale Tedesca).
Un leader politico non parla in prima persona, non mette al centro apoditticamente il suo modo di pensare, non polemizza con singoli cittadini. Mette al centro l'uomo dell'universo sociale, tiene conto delle visioni di tutti, delle istanze di tutti, e le rispetta, impegnandosi a trovare quella che Aldo Moro chiamava la risultante. Operazione che nessun governo di estrema sinistra o di estrema destra é in grado di fare. Solo cosí si salva la Democrazia. Altrimenti chi governa é autoritario e non autorevole e spacca il Paese, facendo crescere, anche senza volerlo, il clima di odio e di diffidenza sociale.
Né serve brandire in continuazione, come fa la nostra primo ministro, la minaccia di poteri occulti, che comunque solo lei ha il potere di combattere ed eliminare. Certamente la nostra primo ministro sa di non avere piú alibi in un Paese che tra gli altri problemi ha ben 6 milioni di poveri, che il suo governo ha contribuito ad aumentare con la cancellazione del reddito di cittadinanza, la prosecuzione dei condoni, la proroga delle concessioni balneari, diffondendo l'idea che le tasse sono una sorta di pizzo di Stato, impedendo la crescita civica, proponendo la soluzione di problemi sociali con la semplice repressione.
Qualcuno le avrá anche raccontato, visto che ha autorizzato il finanziamento del ponte sullo stretto di Messina, che del TAV Salerno-Reggio Calabria si parla dal 1987: non é ancora stato definito il tracciato.
L'avranno anche informata che l'Area studi di Mediobanca ha pubblicato la sua 58^ edizione. Cito alcuni dati particolarmente interessanti.
Gli attivi tangibili (capitale netto meno le immobilizzazioni materiali, come costi di impianto e ampliamento, licenze, marchi, diritti di brevetto industriali, costi di ricerca, sviluppo, pubblicitá, ecc.) delle due maggiori banche italiane (Banca Intesa e Unicredit) sono pari al 95% del Prodotto interno lordo italiano (al 31.12.2022). Rispettivamente 965,7 e 855,4 miliardi di euro.
La stessa edizione 2023 sottolinea inoltre che a seguito della guerra in Ucraina e della conseguente fiammata dei prezzi tra le 3310 aziende analizzate, quelle energetiche- petrolifere hanno superato per la prima volta i 100 miliardi di euro di vendite: Enel 135,7, Eni 132,5, Gse 120,6.
Nella conferenza stampa di fine anno la premier avrebbe potuto esprimere il suo pensiero in merito. Oppure qualche giornalista avrebbe potuto chiederglielo.