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Autonomia, Castellone (M5s): progetto antistorico che aumentera' divari

Roma, 16 gen - “Quello che provano a raccontare" nella maggioranza "è che da ora in poi, grazie al fatto che renderanno tutto più semplice, le cose potranno andare solo meglio.  Io invece, portando assieme ai miei colleghi anche la vostra voce, ho provato a dire che questo progetto che oggi purtroppo fa un passo importantissimo è prima di tutto antistorico in quanto i divari che ci sono oggi non ci sono mai stati”. Così Mariolina Castellone, senatrice del Movimento 5 Stelle, intervenendo al presidio organizzano al Pantheon dal comitato contro l'autonomia differenziata, che oggi è approdata in senato superando le questioni di pregiudizialita'. Una riforma che secondo le opposizioni aumenterà le disuguaglianze “soprattutto a causa di quella riforma del 2001 che nelle materie che sono passate alle regioni ha reso più grandi le differenze. Ci sono alcune materie in particolare - prosegue Castellone - in cui i servizi non sono garantiti a tutti e una di questa è certamente la sanità che, come sappiamo, dal 2001 è gestita quasi per intero dalle regioni. Ieri sulla stampa è uscito un report che dice che ormai ci sono quattro milioni di italiani che hanno rinunciato alle cure. Oggi il Gimbe dice che dei quattro miliardi di migrazione sanitaria il 95% di saldo attivo è nelle casse di tre regioni che sono le stesse regioni che hanno chiesto l’autonomia:  Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna. Invece il 77% di saldo passivo è nelle casse del Sud". Per la senatrice pentastellata "di questo stiamo parlando. Quello che oggi succede nella sanità, in cui le persone sono obbligate per curarsi a trasferirsi dal sud al nord così come dalla periferia al centro, dalle zone interne alle città, è ciò che succederà in tante altre materie perché si creeranno venti piccoli Stati che addirittura concorreranno tra loro per i beni e i servizi. Ci sarà concorrenza tra regioni e regioni per chi paga di più i medici, chi paga di più gli insegnanti, addirittura nel campo della ricerca…  ma la ricerca e l’energia possono essere materie di pertinenza regionale? A mio avviso dovrebbero addirittura avere una dimensione sovranazionale. Del resto, lo abbiamo visto con la crisi energetica, che l’energia dovrebbe essere una materia gestita a livello europeo e certamente non regionale”.

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