Roma, 1 feb - Federica Onori e Fabio Massimo Castaldo, eletti nelle file del Movimento 5 Stelle, entrano nel gruppo di Azione alla Camera. L'annuncio è arrivato questa mattina in una conferenza stampa in cui i due, insieme al leader di Azione Carlo Calenda, hanno sottolineato come la rottura con M5S sia avvenuta, in particolare, sulla questione “dirimente” degli aiuti all’Ucraina per respingere l’offensiva russa: aiuti considerati necessari e determinanti per Onori e Castaldi, non così per il Movimento. “Oggi entriamo convintamente in Azione, come altrettanto convintamente nell'ultimo anno ci siamo battuti in politica estera senza ambiguità per la difesa dell'Ucraina – spiega Onori -: l’abbiamo dimostrato con i nostri voti, con le nostre presenze ai presidi contro la propaganda russa e per noi questo è un elemento dirimente”. Anche Castaldo parla di “scelta di coerenza e di linearità. All'inizio di questa crisi non abbiamo avuto alcuna esitazione sullo schierarci al fianco dell'aggredito contro le pretese imperialiste dell'aggressore. Lo abbiamo declinato lottando contro la propaganda russa, denunciando i molteplici tentacoli che anche nel nostro paese e forse il fatto che mancano un po’ di anticorpi all'interno della nostra democrazia”. Calenda, in conferenza stampa, ha sottolineato come “le linee politiche interne di un partito vengano ormai ridefinite dalle questioni internazionali, come quella dell’Ucraina, perché sono questioni dirimenti. La politica estera è la dimensione di un valore di un partito, senza coerenza non si può stare insieme. E il secondo punto è l'europeismo, dalla quale purtropo nella seconda Repubblica noi ci siamo allontanati”. A proposito di europeismo, Calenda ha dato un giudizio molto duro sull’operato dell’Ungheria di Orban “che anche oggi sta bloccando il Consiglio europeo: l'Ungheria va cacciata a pedate nelle chiappe dall'Ue, questa è l'unica cosa che noi possiamo fare per aiutare lo stato di diritto in Europa e mandare l'Ungheria dove deve stare: fuori dall'Europa e senza sostegni europei. Non possiamo avere in Europa con diritto di veto una quinta colonna putiniana”.
(PO / Sis)
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