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direttore Paolo Pagliaro

MELONI: GARANTIRE
LIBERTA’ DI NAVIGAZIONE

“Lavoriamo in grande continuità con la presidenza giapponese del G7. I punti qualificanti sono il sostegno all’Ucraina, l’attenzione a tutti i paesi del sud del mondo, che la presidenza giapponese ha iniziato e che per noi si realizza con l’attenzione all’Africa, che è una delle priorità che intendiamo portare all’attenzione del G7. Inoltre, c’è il tema dell’Intelligenza Artificiale, sulla centralità dell’uomo. Noi portiamo avanti il principio di Algoretica, ossia di portare l’etica negli algoritmi”. Sono questi i temi fondamentali su cui l’Italia baserà la presidenza del G7 nel 2024. Lo ha ribadito la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, durante il punto stampa, in occasione della sua visita in Giappone. Meloni ha anche tracciato alcuni punti della politica estera italiana. L’area dell’Indopacifico, ad esempio, viene considerata dal governo italiano “inevitabilmente strategica. Credo che sia un quadrante nel quale è fondamentale la stabilità, ma anche che offra grandi opportunità all'Italia, come si vede anche dai nostri rapporti con il Giappone. Ci è stato chiesto da tempo, particolarmente dal Giappone, di aumentare la nostra presenza nell'area, anche su una cooperazione in ambito di difesa che si materializza poi col Global Compact Air Program”. “Noi abbiamo dei gioielli” in ambito militare “e cerchiamo di renderli sempre più presenti nell'area. “Nel mese di agosto arriveranno gli F-35, per esercitazioni militari congiunte, poi la nostra nave Cavour con altri velivoli, e l'Americo Vespucci, la nostra nave scuola”.
E proprio sul tema della difesa, Giorgia Meloni ha voluto precisare la visione del governo di centrodestra al riguardo, specie per quel che riguarda i rapporti di forza mondiali tra Stati Uniti e Europa, e i rispettivi ruoli all’interno della NATO: “Sono convinta dell’importanza dell’Alleanza Atlantica, ma sono altresì convinta che, per funzionare, abbia bisogno di una colonna americana ed una europea. In questi anni non siamo stati abbastanza concentrati sulla necessità di garantire la nostra difesa, per poter garantire altresì il nostro peso politico. Quando si parla di risorse alla difesa, si pensa sempre che siano risorse poco importanti. Ma la capacità di difendersi vuol dire anche capacità di pesare a livello internazionale e, credo, che finora l’Europa, in questo si sia mossa troppo lentamente. Non si tratta di rivalità con l’America, ma solo di un sistema di contrappesi”.
Quando si parla di politica estera, la stringente attualità non può prescindere dalla situazione in Medioriente. Giorgia Meloni, dunque, ha voluto ribadire l’importanza della missione italiana per garantire i traffici commerciali in quell’area: “Io penso che sia nel nostro interesse e nostro dovere garantire la libertà di navigazione. Attraverso il canale di Suez, transita il 15% del commercio mondiale. Se quel canale non fosse disponibile noi avremmo come immediato riscontro l'aumento dei prezzi sul 15% dei prodotti che arrivano dall’estero. Quindi, è nel nostro interesse garantire libertà di navigazione, e stiamo partecipando a una missione difensiva per garantirla. Sono anche contenta che l'Italia assuma il comando di questa missione a dimostrazione del nostro riconosciuto ruolo”.

Tornando, invece, alla politica nazionale, alla domanda sull’ostruzionismo parlamentare alla riforma del premierato, Meloni ha detto: “L'opposizione fa il suo lavoro, mi sembra abbastanza normale, loro non vogliono l'elezione diretta del capo del governo, è una posizione legittima, è normale che cerchino di realizzarla con gli emendamenti. Per quello che riguarda la maggioranza, sono molto contenta del fatto che, lavorando, si sia trovata una formulazione della norma che è più chiara rispetto alla precedente e che ribadisce un fatto semplice: sono gli italiani, se passa la riforma, che devono scegliere da chi farsi governare. Serve stabilità dei governi, basta con gli inciuci, basta con il trasformismo, basta con i governi tecnici. Se la democrazia funziona, si esercita, si risponde alla volontà dei cittadini. È quello che noi stiamo cercando di realizzare”. E ha concluso con una stoccata all’opposizione: “Non mi stupisce che coloro che in questi anni hanno privilegiato governi costruiti nel palazzo, oggi siano contrari, ma resta il fatto che abbiamo avuto un mandato dagli italiani e intendiamo portare avanti la riforma che io considero in assoluto la madre di tutte le riforme”. Un’altra risposta ironicamente polemica Giorgia Meloni l’ha riservata alla segretaria del PD, quando le è stato chiesto cosa volesse risponderle, riguardo alle critiche mosse al governo, circa i ritardi sul caso di Ilaria Salis, la maestra milanese detenuta da un anno in Ungheria: “Non so cosa intenda Elly Schlein sul grave ritardo del governo, se lei è più brava di noi, saprà sicuramente cosa fare”.

Sulle dimissioni, con polemica, di Vittorio Sgarbi, dopo il pronunciamento dell’antitrust, la presidente del consiglio non ha avuto tentennamenti: “penso che la decisione di Sgarbi di dimettersi sia stata quella corretta. Aspetto di incontrarlo a Roma per accogliere le dimissioni”. Infine, è stata posta la questione della protesta degli agricoltori che hanno “minacciato” di portare i trattori fino alla capitale per farsi ascoltare. Su questo tema, Giorgia Meloni ha ribadito la sua vicinanza ai lavoratori: “Abbiamo sempre incontrato gli agricoltori. Il mondo agricolo è uno dei settori ai quali abbiamo dato priorità con la nostra azione di governo. Abbiamo riportato da 5 a 8 miliardi le risorse del PNRR per gli agricoltori, nella sua rinegoziazione. Rispetto ad altri paesi, dove la protesta si concentra anche sul mancato rinnovo degli incentivi sul gasolio, noi abbiamo fatto lo sforzo di applicare questo rinnovo. Il nostro impegno si è visto anche nella difesa dei prodotti di eccellenza italiani. La famosa norma che vieta la produzione di cibo sintetico, oggi viene presa a modello in diversi paesi europei e nel mondo”. In conclusione, quindi, Meloni ha voluto far presente che la protesta non riguardi specificamente le politiche del suo governo, quanto quelle dell’Europa, poiché, a suo parere: “molta della rabbia degli agricoltori oggi arriva da una lettura ideologico della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente, combattendo gli agricoltori. Questa non è la mia visione. Io penso che gli agricoltori, invece, vadano coinvolti nella transizione, affinché quest’ultima funzioni”. (alp)

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