Il libro annunciato da Gino Cecchettin, padre della ragazza uccisa dall’ex fidanzato, “immagino sia un modo per elaborare il lutto. Per cercare di rompere quel senso di isolamento che, inevitabilmente, si crea dopo un funerale”, “Gino è solo e fa i conti con un mondo orrendo, che sembra non essersi accorto di Giulia”. Lo afferma Paolo Crepet in una intervista al Messaggero Veneto. “Penso che nella vicenda di Giulia siano entrati più aspetti – aggiunge lo psicoterapeuta -. Da un lato, il legittimo urlo contro la violenza; dall'altro, tanto voyeurismo. E, così, il libro avrà due platee polarizzate: chi vorrà confortarsi con la parola di un uomo che ha sofferto tanto, e chi spera di leggere qualche dettaglio che gli era sfuggito, per guardare dal buco della serratura”. E replica a chi accusa Gino Cecchettin di essere in cerca di visibilità... “È semplicemente disgustoso. Bisogna essere perversi per manifestare un pensiero così torbido. Nessuno ha il diritto di dire certe cose. Rispettiamo un uomo che ha sofferto e sta soffrendo. Chi dice queste cose è uno squallido influencer, perché soltanto una persona che utilizza qualsiasi mezzo per farsi pubblicità può pensare che un altro lo faccia. E questa è la parte più vomitevole dei social; perché, se non ci fossero, queste rimarrebbero quattro chiacchiere al bar”. (redm)
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