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direttore Paolo Pagliaro

COOPERAZIONE INCLUSIVA:
IL RUOLO DELLE DIASPORE

COOPERAZIONE INCLUSIVA: <BR> IL RUOLO DELLE DIASPORE

Il cammino delle diaspore nella cooperazione allo sviluppo è ricco di idee, progetti ambiziosi, persone visionarie e un obiettivo ben chiaro: valorizzare il protagonismo delle organizzazioni delle diaspore nei processi di sviluppo. Un percorso prezioso che ha portato alla nascita del Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale (CIDCI) e che è stato al centro del quinto Summit Nazionale delle Diaspore, svoltosi oggi a Roma. “Verso una Cooperazione inclusiva: il ruolo delle diaspore per una Cooperazione d’impatto” è il tema dell’edizione di quest’anno, che si inserisce nel percorso avviatosi con la riforma del sistema italiano di cooperazione, attuata attraverso la legge 125/2014, e che ha raggiunto una tappa fondamentale nel dicembre 2023 proprio con la costituzione del CIDCI.

IL LAVORO NEI TERRITORI

“Questo Summit segna un passo cruciale verso la costruzione di un futuro collaborativo con l’impegno verso la costruzione di ponti tra le diaspore e il territorio nazionale. Il CIDCI – spiega il presidente Bertrand Honoré Mani Ndongbou - ha l’obiettivo di raggiungere le 20 regioni italiane con un lavoro che sia di ispirazione e di esempio, affinché le diaspore possano avere voce negli spazi della cooperazione”. “L’obiettivo - sottolinea il presidente di CIDCI - è rafforzare le associazioni diasporiche, rappresentarle nei tavoli internazionali garantendo una rappresentanza plurale. Il lavoro nei territori è fondamentale: senza le reti territoriali questi obiettivi rimarrebbero solo un sogno”. Secondo Bertrand Honoré Mani Ndongbou “la sostenibilità del Coordinamento è fondamentale per il suo successo: vogliamo collaborare con le istituzioni pubbliche, ong italiane ed enti privati, vogliamo promuovere programmi europei e transnazionali, per garantire una base solida all’organizzazione. Siamo qui per connettere e portare benefici a tutti per un mondo equo e inclusivo di fronte ai mutamenti geopolitici. Solo con una collaborazione forte possiamo costruire un futuro migliore per l’Italia e per i nostri Paesi di provenienza”. Una critica, però, al Piano Mattei nella cui governance, osserva il presidente di CIDCI, “mancano le diaspore. È necessario lavorare con le istituzioni affinché la voce delle diaspore sia presente”.

SFIDE E OPPORTUNITÀ

“Le diaspore ci hanno dato la forza: da Crotone a Bolzano le comunità hanno sognato e creduto insieme a noi. Oggi abbiamo un Coordinamento e siamo in tanti: è una bella sfida, un percorso che inizia insieme e insieme dobbiamo lavorare”, afferma Cleophas Adrien Dioma, presidente dell’Associazione Le Réseau e membro del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo. “Oggi celebriamo un punto di arrivo e un punto di partenza. Un punto di arrivo perché in questo percorso non facile si è arrivati alla nascita di un Coordinamento e un punto di partenza affinché possiate diventare soggetti attivi della cooperazione. Siete le Nazioni Unite delle diaspore in Italia”, riflette Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo di OIM, rivolgendosi ai tanti presenti nell’Auditorium Antonianum. “Il coinvolgimento delle diaspore è un’opportunità per tutti – prosegue Hart -, sono realtà imprenditoriali, promotori di pace, attori fondamentali nel processo di localizzazione degli interventi di sviluppo”.

IL CONTATTO CON LE ISTITUZIONI

“Il Summit è la chiara espressione del nostro sistema di cooperazione. Le diaspore sono parte integrante di questo sistema e una porta d’ingresso con i Paesi d'origine”, afferma in un messaggio inviato all’evento Edmondo Cirielli, Viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Secondo Cirielli è necessario “mettere a sistema le esperienze maturate grazie al contributo delle diaspore, che hanno portato alla nascita del Coordinamento, un traguardo nel cammino comune da proseguire”. Il Viceministro degli Affari Esteri sottolinea poi l’importanza di rafforzare il nesso tra “migrazioni e sviluppo, una priorità trasversale in molti settori”. “I migranti non sono solo portatori di bisogni ma soggetti attivi: l’approccio è un dialogo tra pari con i Paesi partner”, conclude Cirielli sottolineando la “necessità di lavorare insieme. Gli obiettivi non possono essere raggiunti senza l’apporto delle diaspore. Auspico che il Coordinamento sia un partner attento e attivo”. Stefano Gatti, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, lancia un appello ai partecipanti del Summit: “Presentateci le vostre proposte concrete”. Ricordando che la Dgcs è stata rafforzata con due uffici in più, Gatti sottolinea che “le diaspore sono parte della società civile e parte del Sistema Italia: tra tutte le eccellenze della società, ci siete anche voi”. Riferendosi al Piano Mattei, Gatti conclude: “Non c'è nessuna esclusione. Concentriamoci sui progetti, noi siamo vostri compagni di strada e siamo pronti ad accogliere le vostre proposte concrete”. In un videomessaggio Marco Rusconi, Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, sottolinea che “le diaspore sono attori fondamentali nella costruzione di una società sostenibile, sono un ponte e grazie a loro si può rafforzare lo scambio di idee e di progetti. Hanno una conoscenza approfondita e ci possono aiutare a identificare i bisogni delle comunità d'origine”.

IL DOVERE DI ESSERCI

È poi Ana Auxiliadora Estrela, Vicepresidente del CIDCI, a presentare il Coordinamento e i nove rappresentanti delle reti territoriali che hanno “favorito il protagonismo delle diaspore. È un dovere esserci: non si può desiderare un cambiamento senza una partecipazione attiva. Abbiamo messo le nostre competenze, il nostro tempo e il nostro cuore a disposizione di una causa, è un processo lungo e impegnativo e abbiamo bisogno di tutti: forti, coesi e uniti altrimenti saremo solo utopia”. Le diverse tavole rotonde hanno dato voce a testimonianze e proposte. Secondo Fabio Strinati, Dirigente dell’Ufficio Sviluppo Economico dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, “è necessario potenziare i sistemi nazionali che includono le competenze delle comunità di diaspore e facilitare la loro partecipazione in un percorso di istituzionalizzazione delle diaspore”. “Considerando la varietà del sistema di cooperazione, è importante avere meccanismi attenti a individuare le specifiche necessità degli attori e creare le condizioni affinché avvenga un dibattito. Dobbiamo riuscire a entrare in una logica di apprendimento reciproco”, afferma Daniele Panzeri, Coordinatore dell’Unità Migrazione e Sviluppo di OIM Italia. Ilaria Caramia, Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa – ACRI, si sofferma sul “fondamentale ruolo politico delle associazioni, cruciale nel costruire un confronto stabile” mentre Valeria Saggiomo, Centro Studi di Politica Internazionale – CeSPI, sottolinea “l’importanza di capire quali sono le specificità delle diaspore e di comprenderne il valore”. Abderrahmane Amajou, del Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale, torna sulla “disattenzione alle diaspore nel Piano Mattei: c’è una mancanza di volontà di partenariato. Saremmo potuti essere il vero ponte tra Africa e Italia”.

DISEGNARE IL FUTURO

La quinta edizione del Summit Nazionale delle Diaspore si inserisce nel quadro del progetto “Draft the Future! Towards a Diaspora Forum in Italy”, spiegato nei dettagli da Nelson Mallé Ndoye, dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, e Ada Ugo Abara, Associazione Le Réseau. Allargando lo sguardo all’Europa per dialogare a più livelli, il Summit ha portato sul palco anche l’approccio della cooperazione negli altri Paesi con ENABEL - Belgian Development Agency, Forum des Organisations de Solidarité Internationale issues des Migrations (FORIM), GIZ, Concord Europe e AOI.

I GRUPPI DI LAVORO

Durante il Summit sono stati presentati i gruppi di lavoro ("Sostenibilità e valutazione d’impatto degli interventi di cooperazione", "Il contributo delle diaspore nella risposta alle emergenze e nella lotta al cambiamento climatico" e "Le donne come agenti di cambiamento nella cooperazione internazionale") che si sono riuniti nel pomeriggio favorendo il dialogo sulle grandi sfide globali. "Quello che è emerso dai tavoli è di grande ispirazione, ora dobbiamo rendere concreti questi spunti", afferma Bertrand Honoré Mani Ndongbou, in conclusione del Summit. Il presidente del CIDCI si sofferma infine sulle prossime tappe: "Andremo nelle regioni per portare avanti il lavoro, siamo coscienti della responsabilità che abbiamo e saremo sempre disponibili per collaborare".

(sip - 10 feb)

(© 9Colonne - citare la fonte)