di Paolo Pagliaro
L’ultima battaglia del sovranismo al potere è quella contro il green pass globale, cioè il certficato sanitario digitale che dovrebbe essere condiviso dai cittadini dei 193 paesi che aderiscono all'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il ministro prof. Schillaci, ha spiegato oggi al quotidiano la Verità che l’Italia non aderirà al progetto e che dunque non ci sarà alcuna cessione di sovranità a favore dell’Oms. Qesto perché il governo intende salvaguardare i dati dei cittadini e gli interessi nazionali.
Ora non è ben chiaro in cosa consistano questi nostri interessi. Non sembra un vantaggio – per i milioni di italiani che si spostano nel mondo - quello di non poter disporre di un libretto digitale che consenta di accedere a prestazioni sanitarie in ogni parte del pianeta, anche grazie alle nuove tecniche di telemedicina. Una card con cui comunicare agevolmente il proprio stato di salute ai professionisti, in caso di bisogno. Non sembra un vantaggio che ne siano privi gli stranieri che hanno bisogno di cure in Italia. E non sembra infine a rischio il diritto alla privacy, visto che il passaporto sanitario – utilizzabile solo su base volontaria - rispetterà i più alti standard internazionali in tema di protezione dei dati personali.
Gli avversarti del green pass globale sono gli stessi che nel biennio della pandemia si erano opposti al green pass anti-covid, giudicandolo un obbligo liberticida.
Si trattava di una rumorosa minoranza, la novità è che adesso sta al governo.