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ZUCCHERO: IN RUSSIA?
ADESSO NON CI ANDREI

ZUCCHERO: IN RUSSIA? <br> ADESSO NON CI ANDREI

“Quello russo è un pubblico molto attento, che ama l’arte e la cultura. Poi non ci siamo più andati e anche se fossi invitato, oggi, non ci andrei. Ma lì si apre un discorso enorme, perché non andrei neanche da Netanyahu o da Trump. E allora sto a casa, ormai il cerchio si stringe”. Lo ha detto Zucchero in un incontro stampa a Londra per la partenza dell’Overdose d’Amore World Wild Tour e, intervistato dalla Gazzetta di Modena, spiega perché nella scaletta è stato mantenuto l’incipit di “Spirito nel buio”. È una citazione dei tempi bui che stiamo vivendo? “Non sono solo bui. È proprio notte fonda, nero assoluto. Ma parlo di cose che sapete già. Io in questi momenti tendo a essere il più solare e il più positivo possibile, cerco di dare luce. Sto scrivendo testi tosti ma alla fine s’intravede sempre una luce. Perché come fai? Se ti lasci condizionare è finita. Siamo già troppo depressi e non me la sento di scrivere cose troppo negative. E poi dobbiamo divertirci e non possiamo sempre prenderci troppo sul serio, ma se entriamo in questo campo ci vuole una settimana di tempo. Culturalmente siamo proprio sotto zero... parlo di musica naturalmente”. Inoltre aggiunge: “Purtroppo oggi il rock è annacquato, politically correct, nessuno che vada giù pesante e che prenda una posizione. Le loro battaglie? È come se tirassero al poligono. Però c’è qualcuno che scrive testi nei quali mi identifico. Per esempio Salmo mi piace tantissimo, si espone, dice cose che condivido e ha una bella band. Ma anche Marracash e Blanco hanno testi interessanti”. Vasco Rossi ha detto che vorrebbe morire sul palco… “Premesso che l’ho detto prima io, ci sono anche andato vicino. Già da prima del Covid ho detto ‘io voglio continuare a fare musica dal vivo’. Ok i dischi, c’è il lavoro francescano che va fatto, ma poi c’è il live, cotto e mangiato. Preferisco, vista l’età, ammazzare il mio tempo con i live, c’è l’adrenalina, giri il mondo, ti senti vivo. Poi bisogna anche vedere come reggo. In media faccio 150 concerti per ogni tour, a volte faccio anche 5-6 date di fila, compresi gli spostamenti. E poi ci sono ogni volta oltre due ore di concerto, ma io non me ne accorgo”. Sanremo? “Non so se ci andrei. Per la prima volta quest’anno Sanremo l’ho visto a pezzettini, ma davvero ha straccato i maroni. E poi cosa ci andrei a fare? In gara arriverei ultimo. È l’unico Paese al mondo dove c’è ancora la gara come i cavalli da soma, c’è ancora chi vince e chi perde su delle canzoni, lo trovo allucinante, ma piace al popolo, fa audience. Vuol dire che siamo rimasti al tempo dei romani e del Colosseo”. (redm)

FOTO Daniele Barraco

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