Scambio di accuse per l’attacco di droni avvenuto ieri su alcune strutture della centrale nucleare di Zaporizhia (ZNPP), in mano alle forze di Mosca. I russi parlano di un’azione compiuta dall’esercito di Kiev, il cui stato maggiore si è però affrettato a smentire, dichiarando che la matrice dell’accaduto sarebbe da ricercare in una “provocazione” o in un errore da parte del nemico. Secondo l’agenzia nucleare statale russa Rosatom, tre persone sarebbero rimaste ferite in quello che viene definito una “serie senza precedenti di attacchi di droni” uno dei quali avrebbe colpito nei pressi della mensa dell’impianto, che fortunatamente non avrebbe comunque subito danni gravi. Secondo quanto riferito, non si sarebbe registrata alcuna perdita di radioattività.
Da parte sua, il direttore generale dell’Aiea, Raphael Grossi, ha fermamente condannato l’accaduto sottolineando che le operazioni belliche nell’area “aumentano in modo significativo il rischio di un grave incidente nucleare”. “Questo non può accadere”, ha scritto Grossi. Al momento, tutte le unità della centrale nucleare sono non operative. Cinque di loro sono nello stato “arresto a freddo”, una è nello stato di arresto di emergenza. “L'apparecchiatura – è stato spiegato dagli esperti – viene mantenuta in conformità con tutte le normative necessarie sotto stretto controllo degli standard di radioprotezione”. La centrale di Zaporizhia si trova sulla riva sinistra del Dnepr vicino alla città di Energodar. Rappresenta la più grande centrale nucleare d'Europa in termini di numero di unità e capacità installata: la centrale dispone di sei unità di potenza con una capacità di 1 gigawatt. Nell'ottobre 2022 è stata conquistata dalla Russia. (8 APR - deg)
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