E’ ancora il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nella preziosa attività di studio e approfondimento di alcuni fenomeni sociali, a richiamare l’attenzione con un dossier (63 pagine) sulla violenza di genere presentato alla fine di maggio. Lo studio si riallaccia alla recente analisi fatta sempre dalla struttura interforze in occasione della “Giornata internazionale della donna” con il documento “8 marzo-Giornata internazionale della donna- Donne vittime di violenza”. Un’analisi, questa di maggio, ancora più ampia partendo da dati affidabili degli archivi elettronici di polizia messi in correlazione con elementi informativi tratti anche da fonti aperte, dalle richieste pervenute al numero di pubblica utilità 1522, da un questionario per sondare il grado di consapevolezza dei giovani sul tema.
Tra i reati spia ossia quelli che sono ritenuti i possibili indicatori di violenza di genere, vengono indicati gli atti persecutori (art. 612 bis c.p.), i maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.),le violenze sessuali (artt. 609 bis, 609 ter e 609 octies c.p.). Queste ultime fattispecie di reato sono particolarmente gravi e nel quadriennio esaminato nell’elaborato in questione sono aumentate del 35% passando dai 4.497 reati denunciati del 2020 ai 6.062 del 2023. Un dato da non sottovalutare per quanto riguarda le violenze sessuali è la cittadinanza delle vittime e dei loro aggressori: anche se nel 2023 continua a registrarsi una netta prevalenza delle vittime di nazionalità italiana, si rileva un aumento di quelle straniere del 36% nella fascia di età compresa tra 25 e 34 anni mentre gli autori stranieri sono predominanti (59%) su quelli italiani (41%). Nelle violenze sessuali di gruppo (art.609 octies c.p.) invece, sempre nel 2023, gli autori noti, tra i 14 e 34 anni, sono equamente riparti tra italiani (50%) e stranieri (50%) con il particolare che l’incidenza delle vittime di tale reato nella fascia di età fino a 13 anni è aumentata dal 4% al 10%.
Non meno preoccupanti i dati sui delitti di atti persecutori passati dai 16.744 del 2020 ai 18.664 del 2023 ( incremento dell’11%) e sui maltrattamenti aumentati a 24.474 nel 2023 rispetto ai 21.709 del 2020. In tema, poi, di costrizione o induzione al matrimoni (art.558 bis c.p), il 69% delle giovani vittime, tutte donne, è risultato di nazionalità straniera così come, nei quattro anni esaminati, la totalità degli autori di tale delitto è risultata di stranieri. La diffusione di una maggiore consapevolezza della gravità di tali condotte è fondamentale per far emergere i casi ( non sono pochi) che non vengono denunciati alle autorità. In tal senso è utilissimo il numero di pubblica utilità 1522 ( antiviolenza e antistalking) attivato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri che è in funzione tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24, con operatrici telefoniche in grado di fornire informazioni di primo supporto in caso di emergenza in italiano, inglese,francese, spagnolo, arabo, albanese, russo, ucraino, portoghese, polacco e romeno (ben 51.713 le chiamate fatte da utenti, in prevalenza donne, nel 2023 rispetto alle 21.290 del 2019, ma le cittadine di origine straniera non hanno fatto chiamate con grande frequenza). L’educazione dei giovani uomini con adeguate campagne informative per rimuovere gli ostacoli socio culturali che ostacolano l’affermarsi di una effettiva parità di genere resta fondamentale e in questo quadro le forze di polizia ( dove pure sono presenti figure professionali di medici e psicologi) contattabili attraverso il numero unico di emergenza 112, sono sicuramente un punto di riferimento per le persone in difficoltà.