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direttore Paolo Pagliaro

Che tipo era
Matteotti

Che tipo era <br> Matteotti

di Paolo Pagliaro

Lo costrinsero alle fatiche del corso allievi ufficiali rifiutandogli poi il grado per i suoi reati di disfattista. Lo volevano spedire al fronte in una di quelle compagnie di pregiudicati che si conducevano alla decimazione sotto la sorveglianza dei carabinieri. Rifiutò, protestando che sarebbe andato al fronte come soldato e non come delinquente al macello. Non era certo un uomo incline al compromesso Giacomo Matteotti, ucciso il 10 giugno 1924 da un commando di sicari fascisti. Il ritratto che ne fece Piero Gobetti, venti giorni dopo il sequestro, riproposto ora in anastatica da Franco Corleone per le edizioni Menabò, resta una testimonianza di grande freschezza e ci restituisce una sintesi di valori non intaccati dal tempo.
Matteotti aveva l’ossessione della semplicità, della chiarezza, della praticità. Prima di studiare il bilancio dello Stato aveva lavorato per anni ai bilanci dei Comuni. Le sue preferenze di scrittura erano articoli brevi, facili, semplici. Un’ idea sola, con dati precisi, con numeri evidenti, preferibilmente senza polemiche, senza scandali, Non voleva essere l’oratore delle grandi occasioni, non si esaltava mai. Nei contraddittori si presentava , spesso solo, severamente elegante, senza distintivi, senza cravatte rosse al vento. Ragionatore freddo e sicuro, esigeva che si lasciasse libertà di parola a qualunque avversario , altrimenti non interloquiva, ritenendo che si fosse recata offesa a lui.
Pochi – ricorda ancora Gobetti - ebbero le sue confidenze o conobbero la sua vita intima. Si sapeva soltanto che era sobrio, rettilineo, con una sicurezza sostenuta non da una credenza religiosa, ma solo da una fede, di stampo austero e pessimistico, nei valori di individualismo e di libertà. Il suo marxismo non era ignaro di Hegel e di Sorel , ma lui non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non avere tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare i bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. Questo era il riformismo di Matteotti, della cui attualità è difficile dubitare.

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