Roma, 9 lug - “Abbiamo voluto fare una conferenza stampa focalizzata sui casi di violenza online, perché questa è spesso prodromica o comunque si accompagna alla violenza offline. E spesso noi non abbiamo gli strumenti, ci ritroviamo dentro situazioni che non sappiamo gestire. La violenza è un dato strutturale, fortemente legata a una cultura maschile che non cambia, soprattutto più della metà delle adolescenti racconta di aver subito molestie attraverso il web, quindi è un pezzo serissimo della violenza che non può essere sottovalutato”. Così Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio, in occasione di una conferenza stampa alla Camera. La commissione di reati e violenze online, tra l’altro, rendo spesso più complicato denunciare o comunque rintracciare i responsabili, anche se, spiega D’Elia “la polizia postale ormai si sta specializzando ed è sicuramente uno strumento importante anche per l'indagine. Io dico che in generale denunciare è importante, ma va fatto chiedendo aiuto perché è molto importante non essere soli: rivolgersi ai centri antiviolenza, rivolgersi a persone che lavorano sulla violenza e che sanno sostenerla”. Centri antiviolenza che però, avvisa D’Elia, devono essere finanziati e a loro volta non lasciati soli. “Noi abbiamo un tema enorme: abbiamo cambiato le norme penali, ma abbiamo ancora molto da fare sul piano nazionale antiviolenza, per rafforzare la rete di sostegno. Ma soprattutto abbiamo molto da fare sulla prevenzione, l'educazione sentimentale nelle scuole e la formazione degli operatori e delle operatrici. SU questo noi abbiamo chiesto degli impegni, abbiamo votato unitariamente degli ordini del giorno in Parlamento, ma per esempio la discussione sull'educazione all'affettività deve ancora partire”.
(PO / Sis)
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