Roma, 5 set – Sono giorni delicati per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Gli Usa presenteranno a breve un nuovo accordo volto a sbloccare le trattative, giunte ormai ad un’impasse dovuto al rifiuto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di ritirare le truppe israeliane dal Corridoio di Filadelfia. Tuttavia, negli ultimi giorni le pressioni interne sul numero uno di Tel Aviv si sono fatte sempre più rumorose, specialmente dopo che nella giornata di domenica 1° agosto sono stati rinvenuti i corpi di sei ostaggi israeliani nei tunnel di Gaza. Il ritrovamento ha dato una nuova spinta alle proteste interne ad Israele, la cui popolazione ora chiede a gran voce che l’accordo per il rilascio dei rimanenti ostaggi vada in porto. In un comunicato postato su Telegram nella mattinata di oggi, Hamas ha accusato Netanyahu di star facendo di tutto per impedire l’accordo e prolungare il conflitto. “Mettiamo in guardia dal cadere nella trappola e nei trucchi di Netanyahu, poiché usa i negoziati per prolungare l’aggressione contro il nostro popolo”, si legge nella dichiarazione di Hamas, che aggiunge di aver accettato una proposta del 2 luglio avanzata dagli Stati Uniti. Le operazioni dell’Idf a Gaza, difatti, proseguono: in un aggiornamento operativo di prima mattina, le forze militari israeliane hanno affermato di aver colpito a Gaza quello che hanno definito un “centro di comando e controllo”, utilizzato, secondo loro, sia da Hamas che dalla Jihad islamica. L'IDF ha detto che era stato localizzato in quella che ha descritto come "l'area umanitaria a Deir al-Balah". Sebbene le forze israeliane abbiano affermato di aver fatto il necessario “per mitigare il rischio di ferire i civili”, Haaretz riporta che nell’attacco sono stati impiegati elicotteri. I media palestinesi hanno riferito che un attacco delle forze israeliane davanti all'ospedale al-Aqsa a Deir el-Balah ha provocato la morte di cinque civili. Inoltre, come riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, questa mattina sono in corso raid delle forze di sicurezza israeliane nella Cisgiordania occupata vicino a Betlemme, Jenin e Tulkarem. Wafa riferisce che è il nono giorno consecutivo di raid a Jenin e, citando un funzionario locale, riferisce che sono stati lanciati gas lacrimogeni a Za-tara, a sud-est di Betlemme. In un comunicato sul suo canale Telegram, l’Idf ha affermato di “aver colpito l’infrastruttura terroristica di Hezbollah nell’area di Qana nel Libano meridionale”, in risposta a quelli che l’esercito di Tel Aviv ha descritto come “due bersagli aerei sospetti” provenienti dal Libano e diretti ad Israel che sono stati intercettati prima di raggiungere il loro obiettivo. Il conflitto dunque continua, e il nuovo accordo, in arrivo a breve dagli Stati Uniti, è l’unica arma rimasta alla diplomazia a stelle e strisce per fermare la guerra, sempre che Netanyahu non continui a pretendere il controllo del Corridoio di Filadelfia. (sem)
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