Roma, 30 ott – “Per amore della verità possiamo parlare solo di una sensazione, perché l’Italia non dispone di un sistema di dati, nonostante una legge approvata all’unanimità dal Senato mancano ancora i regolamenti attuativi e quindi non disponiamo di un monitoraggio serio e puntuale del fenomeno: ma a mio sentire, guardando anche i casi di cronaca degli ultimi tempi, la violenza maschile contro le donne nelle sue varie forme di espressione rischia di essere un fenomeno non solo che non si riesce ad arrestare, ma addirittura in aumento”. Così Valeria Valente, senatrice Pd, intervenuta a Palazzo Madama all’evento “Quando non saremo più vittime. Verso il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne” nel corso del quale è stato presentato il cortometraggio di Angela Prudenzi che in 3 minuti affronta il tema della cultura del possesso maschile. “Aumentano i casi tra i più giovani – rimarca la senatrice, componente della Commissione Femminicidio di cui è stata presidente - questo richiede a tutti noi un momento di riflessione, anche sulle misure che cerchiamo di mettere in campo come legislatori, ma soprattutto un supplemento di riflessione su un cambio di marcia di carattere culturale, terreno su cui fatichiamo”. “Operatori e operatrici della rete antiviolenza – aggiunge - che non sono solo quelli del sistema giudiziario ma anche insegnanti e operatori dell’informazione, devono saper raccontare il fenomeno della violenza, abbandonare l’idea del raptus ma capire che si inquadra e si iscrive dentro una dinamica di relazioni di potere profondamente asimmetrica: di fronte agli spazi di autonomia e libertà conquistati dalle donne, alcuni uomini non sanno reagire quando vengono messi in discussione la loro sfera di potere e il loro modo di stare al mondo, che passa purtroppo anche attraverso il dominio sulle donne e il possesso del loro corpo. Questa grande questione la dobbiamo affrontare in maniera più forte, più radicale e più convinta tutti in quanti insieme, in maniera trasversale politicamente e soprattutto con il protagonismo delle operatrici dei centri antiviolenza. Dobbiamo chiedere agli uomini – conclude Valente - un’assunzione di responsabilità, ma soprattutto la capacità di rimettersi in discussione capendo che si può stare al mondo e nella relazione con le donne in maniera diversa, più funzionale e più bella sia per gli uomini che per le donne”. (PO / Roc) ////
(© 9Colonne - citare la fonte)
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