Roma, 29 nov - “Ieri abbiamo assistito a un altro evento tragico nel Mediterraneo centrale, molte persone si trovavano su un gommone sovraffollato e sgonfio e sono state minacciate da persone armate che hanno anche sparato. 70 uomini e ragazzi sono saltati in mare, hanno vissuto l'orrore di essere separati dalle loro mogli e dai loro figli che sono stati portati via”. Così Mara Eliana Tunno, psicologa a bordo della nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere a bordo della Geo Barents. “In questo momento a bordo abbiamo persone estremamente provate, disperate, sotto shock, che ci chiedono costantemente di essere ricongiunti con le loro famiglie. Le persone a bordo ci riportano di aver vissuto violenza, tortura, abusi e trattamenti disumani in condizioni di vita terribili in Libia: un uomo ieri voleva buttarsi a mare per cercare di recuperare sua moglie e i suoi figli di soli quattro mesi e 10 anni. Continuava a ripetere che la Libia non è un posto sicuro. E’ essenziale in questo momento ricongiungere le famiglie, chiediamo il supporto a tutte le autorità competenti e le organizzazioni perché si inizi a lavorare immediatamente sul ricongiungimento delle famiglie che hanno già sofferto enormemente”.
(PO / Sis)
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