Sono più che concreti i rischi di un prossimo nuovo utilizzo da parte di Mosca del super missile Orechnik, già lanciato una decina di giorni fa su Dnipro, contro l’Ucraina. Ad affermarlo è stata la stessa portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, in una conferenza stampa tenuta a poca distanza di tempo dalle minacce del ministero della Difesa russo su una sua “inevitabile reazione” all’attacco effettuato ieri da Kiev contro un aeroporto militare nel territorio della Federazione, con missili balistici occidentali a lungo raggio. “La mattina dell'11 dicembre – specificava la nota russa - il regime di Kiev ha lanciato un attacco missilistico con armi di precisione occidentali sull'aeroporto militare di Taganrog nella regione di Rostov”. In seguito all’attacco, “È stato stabilito in modo affidabile che ad essere utilizzati sono sati sei missili balistici ATACMS di fabbricazione americana. Due missili sono stati abbattuti, gli altri sono stati respinti dalle difese elettroniche”. Va detto che gli Stati Uniti, come ha sottolineato la stessa Singh, non considerano l’Orechnik un elemento decisivo sul campo di battaglia, ma secondo gli analisti americani è comunque chiaro che i russi stiano “cercando di usare ogni arma del loro arsenale per intimidire l’Ucraina”. Secondo la portavoce del Pentagono, dunque, questa stima di un lancio imminente si basa su una nuova valutazione dell’intelligence, ma “non può fornire ulteriori dettagli, nemmeno sui potenziali obiettivi russi”. Singh ha aggiunto che gli Stati Uniti continueranno a sostenere l’Ucraina, anche con ulteriori sistemi di difesa aerea progettati per proteggere il paese dagli attacchi aerei. Sembra scontato che la nuova minaccia sull’uso di questi vettori multi-testata impossibili da intercettare per i sistemi antimissile attualmente esistenti possa essere interpretata anche come un tentativo da parte di Mosca di “alzare la posta” in vista di un eventuale tavolo di negoziato che potrebbe diventare operativo a partire dal passaggio di consegne del 20 gennaio alla Casa Bianca. A più riprese, il presidente americano entrante Donald Trump, ha infatti ribadito la propria determinazione a porre fine a quello che ha definito “un conflitto assurdo” nel più breve tempo possibile. (12 DIC / DEG)
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