Nella giornata di ieri la Russia ha rivendicato la cattura di Kurakhove, nell'Ucraina orientale, dopo una battaglia durata quasi tre mesi, affermando che la sua conquista le consentirà di conquistare completamente l'oblast di Donetsk "a un ritmo accelerato". La perdita di questa città non è stata però confermata dall'esercito ucraino, che si è limitato a parlare di una serie di “assalti nell'area urbana di Kurakhove”. Intanto, nella regione di Kursk, l’esercito russo ha ammesso di aver dovuto affrontare un “contrattacco” da parte delle truppe di Kiev. Secondo Mosca il nuovo affondo ucraino sarebbe però stato tenuto sotto controllo. A parte la breve dichiarazione del comandante delle forze di terra ucraine, Mykhaïlo Drapaty, l’esercito ucraino è rimasto in gran parte silenzioso in questa fase sull’operazione in corso e sul suo obiettivo.
Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato nel suo discorso quotidiano “l’importanza” di impegnare l’esercito russo nell’oblast di Kursk per impedirgli di schierare tutte le sue truppe sui fronti orientale e meridionale. "Manteniamo una zona cuscinetto sul territorio russo, distruggendo attivamente il potenziale militare russo ", ha sottolineato. Ieri dell’Ucraina ha parlato anche il presidente francese Emmanuel Macron per il quale “non ci sarà una soluzione rapida e semplice”, nonostante le promesse del presidente americano entrante, Donald Trump. “Lo stesso nuovo presidente americano sa che gli Stati Uniti non hanno alcuna possibilità di vincere a qualsivoglia livello se l'Ucraina perde", ha affermato l’inquilino dell’Eliseo secondo il quale la “credibilità” degli occidentali sarebbe “minata” se accettassero un “compromesso” dettato dalla “stanchezza” del conflitto. (7 GEN - DEG)
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