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direttore Paolo Pagliaro

CALCIO, BORANGA COMPIE 70 ANNI E CERCA UN RECORD (NELL’ATLETICA)

“Gli abitanti dell’Isola di Okinawa, famosa per la popolazione più longeva del mondo, dicono che a 70 anni di età sono bambini, a 80 anni giovani e a 90 adulti. Ecco, io sono un bambino. D’altronde i calciatori restano sempre bambini”. Così Lamberto Boranga spiega il segreto della sua eterna giovinezza al freepress DNews Roma, in distribuzione oggi nei bar e nelle metropolitane della Capitale. L’ex portiere di Fiorentina e Cesena compie 70 anni oggi e, dopo due lauree (medicina e biologia) e una carriera infinita nel calcio, da qualche tempo è campione master di atletica leggera. Come festeggerà? “Il mio regalo sarà cercare di fare il record del mondo di salto triplo master (categoria over 70). Devo battere 10,71 metri. Ci proverò sabato a San Marino (con la maglia dell’Olimpia Amatori Rimini, ndr). Speriamo che non faccia troppo freddo o piova. Ho già il record del lungo M65 con 5,47”. Un ritorno al calcio? “Se c’è l’occasione senza dar fastidio a nessuno, io posso giocare. Mi alleno tutti i mercoledì con i portieri del Perugia”. E sul perché non sia diventato un portiere di alto livello dice: “Il problema è che studiavo. Quando facevo un errore mi buttavo sui libri e mi dicevo ‘tanto farò il medico’. E allora gli allenatori si chiedevano: ‘Ma questo vuole giocare a calcio o fare il medico?’”. Il momento più bello? “A Cesena, 4 anni in Serie A e l’arrivo in Coppa Uefa”. E’ vero che le piaceva la Roma? “Mi piacevano i tifosi romanisti perché erano comunisti. Una volta feci il pugno chiuso in campo, ma nel 2013 essere comunisti è qualcosa di arcaico”. Lei prendeva il caffè durante le partite… “Avevo la pressione bassa. Era il mio doping, a volte ci facevo mettere un po’ di grappa”. E scriveva poesie... “Mi è sempre piaciuto scrivere. Ora sto preparando una mia biografia romanzata”. In un Cesena-Lazio del 1976 lei, Frustalupi e Oddi, tutti in forza al Cesena, riceveste dei soldi dal laziale Lovati, poi squalificato. Fu corruzione? “Quella domenica serviva un pareggio a tutti e due, su questo non c’è dubbio. Ma non ci fu corruzione. Lovati sbagliò i tempi, mi doveva dei soldi per un risarcimento danni, agli altri diede dei premi arretrati. Accadde tutto alla luce del sole, davanti al vicepresidente del Cesena”. (Red – 30 ott)

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