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Violenza donne: un libro e un doc per Losasso, chirurgo delle donne sfigurate in Pakistan

Roma, 14 mar - Giuseppe Losasso è un chirurgo plastico di Udine che ormai 20 anni fa decise di recarsi in Pakistan per operare le vittime di sfregio con l’acido: attraverso la ong Smile Again Fvg, in tutto questo, sono stati effettuati 1.200 interventi riparativi, sono stati formati 18 medici e paramedici pakistani e seguite 150 donne sfregiate nel loro decorso post-traumatico e nel loro reinserimento sociale. Numeri e storie che sono contenute nel libro ‘Più della mia pelle’ di Annalisa Maniscalco scritto proprio insieme al dottor Losasso (L’Erudita) e nel documentario ‘Oltre la pelle’ di Alessandra Usai. Tutti e tre hanno le storie e i rispettivi lavori in occasione di un evento alla Camera organizzato dalla presidente della Commissione bicamerale di inchiesta contro il femminicidio, Martina Semenzato. “Io sono un uomo fortunato – esordisce Losasso - E’ vero, c'è stato questo spirito umanitario senz'altro nel voler aiutare queste ragazze, quando ho letto il primo articolo di giornale che parlava di queste donne vent'anni fa, quando non si parlava nemmeno di Pakistan. E son rimasto allibito, e mi sono detto che dovevo andare a fare qualcosa”. Da lì in poi “è andato avanti tutto il resto, ma senza il supporto delle istituzioni e delle persone che hanno la sensibilità di capire quello che si fa, e delle donne in particolare, non si avrebbe il risalto necessario. Anche perché parliamo di violenza sulle donne, un articolo purtroppo sempre attivo”. Nei giorni scorsi il cdm ha varato un ddl per il reato di femminicidio, e per Losasso “che ben venga, sarebbe una cosa senz'altro giusta. La legge punisce, ma è la cultura che deve crescere e migliorare”. Secondo Annalisa Maniscalco, “la storia di Losasso è la storia di queste donne, di tantissime donne che ho cercato di condensare in un personaggio unico, che è quello di Zayna, una tredicenne pakistana che viene sfregiata con l'acido al posto della sorella gemella. E lo ringrazio molto perché mi ha consentito di entrare, di avvicinarmi a questa violenza che è e resta inconcepibile, che però ha delle radici che ci sono anche qui da noi, e che questa commissione parlamentare cerca di estirpare con tutta una serie di azioni di sensibilizzazione”. Per la regista Alessandra Usai “le immagini parlano. Abbiamo ricostruito una storia che è durata vent'anni, raccontare questa storia attraverso le immagini non è stato facile perché abbiamo dovuto ricercare queste ragazze, abbiamo dovuto ricontattarle, abbiamo dovuto ritrovare dall'archivio tantissime immagini che tutte insieme fanno capire la l'enormità del disastro umano e della violenza cui sono state sottoposte. Queste non sono storie di facile intrattenimento o che si vorrebbero guardare per piacere, ma sono storie per me necessarie che vanno raccontate”. (PO / Sis)

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