Il governo del Myanmar ha annunciato una settimana di lutto nazionale mentre svaniscono le speranze di trovare ulteriori sopravvissuti al terremoto che ha devastato il paese. La giunta militare al potere ha disposto che le bandiere nazionali siano posizionate a mezz'asta per cinque giorni. Il regime ha chiesto aiuti e sostegno a tutto il mondo, ma la portata del compito che attende le squadre di emergenza sembra schiacciante: i gruppi umanitari stanno lanciando l'allarme per le epidemie, mentre le scarse infrastrutture e un mosaico di conflitti civili stanno ostacolando gravemente gli sforzi dei team di ricerca.
Il potente terremoto di magnitudo 7,7 che si è scatenato venerdì e che ha avuto come epicentro la Birmania centrale ha causato vasti danni, radendo al suolo intere zone della seconda città più grande del paese, Mandalay, e persino un palazzo nella capitale thailandese, Bangkok, a più di 1.000 km di distanza. Tra Myanmar e Thailandia si conta un bilancio ufficiale di circa duemila morti, che però è considerato dagli osservatori ampiamente sottostimato. A Bangkok, il governatore di Chadchart Sittipunt, ha affermato che non sono stati rilevati segni di vita tra le rovine del grattacielo crollato in fase di costruzione, dove si ritiene che siano rimaste intrappolate più di 70 persone. Chadchart ha dichiarato questa mattina che l’obiettivo è quello di “trasportare i cadaveri” degli operai, “operazione non facile da realizzare sotto queste macerie”. (1 APR - DEG)
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