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MOSTRE: ARTISTI BOLOGNESI E IMOLESI ESPONGONO A PARIGI

MOSTRE: ARTISTI BOLOGNESI E IMOLESI ESPONGONO A PARIGI

Parigi, 15 gen - A Parigi febbraio sarà un mese dedicato all’arte bolognese. Nel cuore della capitale francese – St. Germain des Près – ‘sbarcheranno’ infatti diversi pittori nostrani. Dalle Due Torri alla Tour Eiffel dunque, per mostrare al grande pubblico d’oltralpe le loro opere. Matthew Lauretti, Margherita Calzoni, Rubens Fogacci, Wanda Benatti, Claudia Marchi, Augusto Pondrelli, Daniela Domenichini, Francesca Mattei, Donatella Lenzi, Fabio Frigieri: questi gli artisti bolognesi che, grazie ad un progetto della ‘Galleria d’Arte 18 di Bologna’ – che già per il secondo anno propone i propri artisti nella capitale parigina – esporranno le loro opere alla Galérie Etienne de Causans (25 rue de Seine) di St. Germain des Près. La prima settimana del mese di febbraio sarà interamente dedicata a Matthew Lauretti, che proporrà le sue creazioni, oltre che in una collettiva durante la penultima settimana del mese, in una mostra personale. Un artista noto per il dinamismo delle sue opere Matthew Lauretti. I suoi dipinti sono contraddistinti dalle grandi dimensioni, dalla luminosità e dai materiali. Un espressionismo astratto che spazia dalle forme del ‘tachisme’ ai virtuosismi della pop art. Bolognese con origini americane, Matthew Lauretti ha sviluppato il suo talento anche grazie a numerose presenze in Italia e all’estero dimostrando, sin dall’infanzia una accentuata predisposizione per l’arte. Arricchiranno invece l’esperienza parigina con delle partecipazioni alle collettive che si terranno dalla seconda all’ultima settimana del mese di febbraio gli altri artisti.  Margherita Calzoni, venticinquenne e allieva di Marco Ara, ha già partecipato a diverse mostre ed eventi, come ‘Il territorio dell’immagine’ a Villa Cassarini Pallotti e il primo concorso delle arti alla Galleria d’Arte 18. Rubens Fogacci basa il proprio lavoro artistico soprattutto sull’ambito fumettistico e vanta partecipazioni a diverse esposizioni nazionali e internazionali. Wanda Benatti, invece, da diversi anni collabora con architetti ed arredatori nella progettazione di vetrate artistiche, esclusivi "quadri luce" dei quali è unica autrice. Claudia Marchi, allieva del pittore Alcide Fondanesi, per circa un anno ha frequentato il laboratorio di sperimentazione grafiche Mario Leoni. Ha esposto in gallerie nazionali – a Milano e Bologna - e internazionali, in Giappone, Stati Uniti e Germania. Sono pervase dal classicismo della Scola dei Carracci le opere di Augusto Pondrelli. Il critico Michelangelo Agostini di lui ha scritto: “la poetica di Augusto dichiara apertamente il proprio tributo alla sensorialità, è un inno alla carne che poi trascende se stessa in epifania dello spirito". Daniela Domenichini si forma nell'ambiente del Novecento bolognese e impara a conoscere e ad amare l'arte e in particolare l'atmosfera intimista e schiva tipica della Bologna di quegli anni. Nella sua pittura è impresso il sogno della sfera intimista ma, in opere come ‘Il libanese’ viene fuori un’urgenza di colore che aggredisce. Francesca Mattei inizia il suo excursus artistico sin da bambina. Filo conduttore delle sue opere è sicuramente il colore e più precisamente è il colore che si fa protagonista e descrive eventi naturali che, nelle sue tele, assumono aspetti del tutto personali. Donatella Lenzi è allieva di Mario Lupo, Demetrio Casile, Roberto Canaider. Un rapporto plurale con la realtà quella che Donatella mette in risalto nelle sue tele in cui i soggetti rappresentati sono spesso ritratti e scorci cittadini: piazze, strade, periferie che diventano i riferimenti ideali per affermare il reale e metterne a punto una sua critica come realtà spesso estranea e alienante da cui si originano incubi, violenze, grida. Fabio Frigieri collabora dal 2001 con il maestro Canadier e dal 2004 al 2005 ha fatto parte de ‘Il laboratorio’, circolo di arti visive. Il suo è un ritorno all’arte, dopo un lungo periodo di inattività. Tra le sue realizzazioni più recenti, un’installazione di C. Boltanski per il Museo della Memoria di Ustica. Andrea Scaranaro, Lietta Morsiani e Pietro Mattia Giambanco  sono invece i tre artisti imolesi che esporranno a St. Germain des Prés.Andrea Scaranaro basa il suo percorso artistico sull’utilizzo dell’acquarello e della tempera, frequentando l’atelier di noti pittori e corsi di specializzazione. La critica Daniela Bellotti di lui ha scritto: “L’acquerello è una tecnica difficilissima e che non perdona alcuna insicurezza. Le due prove di questo artista dimostrano una buona padronanza sia nell’opera a colori che suggerisce un evanescente paesaggio, sia nella raffinata carta in monocromo nero.” È’ stata allieva dell’Accademia bolognese Lietta Morsiani, e negli ultimi tempi la sua produzione, oltre che sulla pittura, si è particolarmente concentrata sulla produzione di sculture in gesso e in pietra che ha esposto in diverse mostre sia in Italia che all’estero. Mauro Mamini Ferrucci e Guido Mariani i suoi maestri. La vitalità: questo il carattere più peculiare dell’arte di Pietro Mattia Giambanco. Le sue sono linee essenziali e dinamiche e i colori sono fortemente pastosi, e i chiaroscuri molto contrastati. L’artista crea un mondo di personaggi di sua invenzione con i suoi ritratti e caricature, pop art e temi classici.

(Sis)

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