"Credo che si sia arrivati al punto” di considerare una necessità quella di “aumentare l'impatto delle sanzioni, perché ritengo che i russi stiano violando ciò che hanno promesso agli Stati Uniti”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ieri in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri tedesco Annalena Berbock. “Ci auguriamo vivamente che il presidente “degli Stati Uniti” Donald] Trump abbia a disposizione tutti gli strumenti adeguati per aumentare la pressione delle sanzioni”, ha aggiunto Zelensky, sottolineando che Kiev ha “trasmesso” informazioni a Washington su quelli che l'esercito ucraino sostiene siano stati altrettanti attacchi russi contro le sue strutture energetiche. Va sottolineato però che Kiev e Mosca si stanno accusando vicendevolmente di aver infanto l’accordo relativo alla “tregua energetica” mediato da Washington a Riad, tanto che anche la Russia ha affermato di aver fornito agli esperti statunitensi “le prove” di attacchi simili contri le proprie infrastrutture.
"Abbiamo inoltrato l'elenco delle violazioni al Consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente degli Stati Uniti, Mike Waltz. Io personalmente ho inviato questo elenco al Segretario di Stato americano, Marco Rubio ", ha detto da parte sua il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dopo una sessione del Consiglio di sicurezza russo. “Durante l'incontro – ha aggiunto - il Ministro della Difesa Andrei Belousov ha detto al Presidente Vladimir Putin che la moratoria ‘non sta venendo rispettata’”. A sua volta, in una nota il Ministero della Difesa ucraino ha reso noto che “L'aviazione tattica nemica ha sganciato 10.577 bombe aeree guidate nei primi tre mesi del 2025”, di cui 4.800 sganciate nel solo mese di marzo. Nel 2024, ricorda il ministero, la Russia aveva utilizzato “circa 40.000 bombe aeree guidate”. Notando che “gli attacchi aerei nemici alle località ucraine e alle posizioni delle forze di difesa continuano senza sosta”, il ministero afferma inoltre che "sullo sfondo dei negoziati per il cessate il fuoco, il numero di scontri in prima linea è aumentato a marzo rispetto a febbraio: 4.270 contro 3.274. Dall'inizio dell'anno, ci sono stati 12.631 scontri”.
Tornando alla conferenza stampa Zelensky-Baerbok, sempre in questa occasione il leader ucraino ha inoltre annunciato che venerdì prossimo, 4 aprile, è prevista una riunione dei comandi militari do Kiev e di altre nazioni per discutere dell'invio di un contingente in Ucraina. “Per quanto riguarda la questione del contingente, venerdì avremo un incontro di squadre militari di diversi paesi”, relativamente a quelli (“una ristretta cerchia”) che “sono pronti a schierare un contingente in Ucraina in una forma o nell'altra” ovvero in terra, aria o mare. “Questo – ha aggiunto Zelensky - sarà il primo incontro approfondito” che segue una seri di consultazioni a livello internazionale. Questa riunione si svolgerà in parallelo a quella dei ministri degli Esteri della NATO in programma a Bruxelles da oggi a venerdì. Al summit è prevista anche la presenza del Segretario di Stato americano Marco Rubio. La riunione, si legge in una nota del Dipartimento di Stato, “sarà l'occasione per discutere delle priorità di sicurezza dell'Alleanza, tra cui l'aumento degli investimenti alleati nella difesa e la garanzia di una pace duratura in Ucraina”. Affronterà anche la minaccia comune rappresentata dalla Cina per le alleanze euro-atlantiche e indo-pacifiche durante un incontro della NATO con i rappresentanti dei partner dell’area.
Dagli Stati Uniti, intanto, un ampio gruppo bipartisan di senatori ha annunciato un'iniziativa per presentare un disegno di legge volto a imporre sanzioni primarie e secondarie contro la Russia, nonché contro tutti coloro che la aiutano a portare avanti la guerra in Ucraina. Il disegno di legge mirerebbe ad aumentare la pressione sul Cremlino per costringerlo a negoziare. La proposta è allo studio da parte di 50 senatori, pari a metà del Senato degli Stati Uniti, 25 repubblicani e 25 democratici. I principali autori della legge, il senatore repubblicano Lindsey Graham e il senatore democratico Richard Blumenthal, hanno dichiarato che il documento conterrà nuove sanzioni contro la Russia, nonché contro le entità che sostengono l'aggressione russa contro l'Ucraina. Si propone di attuarle se Mosca non partecipa in buona fede ai negoziati o se, dopo un accordo di pace, tenta in altri modi di minare la sovranità dell'Ucraina. “Le sanzioni contro la Russia richiedono anche l'imposizione di tariffe nei confronti dei paesi che acquistano petrolio, gas, uranio e altri prodotti russi”, hanno affermato i senatori in una dichiarazione congiunta.
Sempre ieri, Zelensky ha inoltre sottolineato che l'accordo sui minerali che Ucraina e Stati Uniti stanno negoziando non menziona la potenziale adesione dell'Ucraina alla NATO. “Per quanto riguarda questo accordo e la questione NATO, non c'è alcun accenno ad essa in questo accordo, e non c'è mai stato”, ha detto il leader ucraino, confermando precedenti resoconti. “Una decisione” in merito all’accordo sullo sfruttamento da parte degli Usa del sottosuolo ucraino “sarà presa nei prossimi giorni”. Il 31 marzo, una fonte dell'ufficio presidenziale aveva dichiarato ad alcuni media ucraini che “Non vincolare l'accordo sui minerali alla NATO” sarebbe stato da considerare un passo falso. Di fatto, però, da parte sua Zelensky si è limitato a ribadire che sul tavolo restano, queste sì, le aspirazioni dell'Ucraina di entrare nell'UE. In precedenza aveva del resto specificato che l'Ucraina non accetterebbe alcun accordo sui minerali se compromettesse il percorso del paese verso l'adesione all'UE. (2 APR - DEG)
(© 9Colonne - citare la fonte)



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