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RAMELLI, FRASSINETTI: SUO RICORDO SIA VIVO IN STUDENTI DI OGGI

Roma, 7 mag – “Noi ricordiamo quest’anno Sergio Ramelli, perché ricorrono i 50 anni della sua morte, che ho avuto l’onore di conoscere perché era un ragazzo del Fronte della Gioventù di Milano come me: frequentavamo due scuole pubbliche, nella stessa zona, in tempi difficili in cui dalle scuole pubbliche la sinistra estrema voleva eliminarci. Purtroppo Sergio ha avuto la sfortuna di incappare in persone che lo hanno pedinato e hanno costruito un omicidio efferato, in sei contro uno con le chiavi inglesi. La sua morte è un ricordo e un monito che deve rimanere anche per gli studenti di oggi, affinché tutti possano esprimere le loro idee a scuola, e non può accadere mai più che un ragazzo, soltanto perché scrive un tema contro le Brigate Rosse, venga perseguitato e trovi la morte”. Così Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al merito, a margine della presentazione del libro di Giuseppe Culicchia “Uccidere un fascista - Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio” (Mondadori), organizzata in Senato su iniziativa del Gruppo Fratelli d’Italia. Il 29 aprile 1975, dopo più di un mese e mezzo di sofferenze, moriva a Milano uno studente di diciott’anni di nome Sergio Ramelli. Il 13 marzo, mentre tornava a casa, era stato aggredito a colpi di chiave inglese da un gruppo di militanti di Avanguardia Operaia. Sergio Ramelli era iscritto al Fronte della Gioventù, organizzazione di segno opposto, e aveva scritto un tema contro le Brigate Rosse, in cui sottolineava come i primi due omicidi politici commessi dalle Br non fossero stati condannati unanimemente dai partiti e dai giornali democratici: d’altra parte “uccidere un fascista non è reato” era lo slogan che, dopo le stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia, infiammava cortei e manifestazioni antifasciste. Quel tema, finito nelle mani del collettivo della sua scuola, era stato affisso in bacheca con la scritta “Questo è il tema di un fascista”. E da quel momento Sergio Ramelli era stato ripetutamente oggetto di minacce e violenze. Fino all’agguato fatale di quel 13 marzo. (Po / Roc) ////

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