Il 5 maggio scorso, in occasione della “Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia”, il Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica (Dipartimento della Pubblica Sicurezza), ha pubblicato sul sito istituzionale un interessante report (23 pagine) sulle attività di contrasto svolte in Italia contro le principali minacce online ai danni di bambini e ragazzi. Per tali attività il Servizio utilizza avanzate tecniche investigative per il monitoraggio del deep e dark web, coordinandosi anche con le forze di polizia estere mentre a livello nazionale operano 18 Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica e 82 Sezioni della Polizia Postale.
Inquietanti i dati rilevati nel primo trimestre del 2025 in tema di pedopornografia e adescamento online con un aumento dei casi trattati (664) dalla Polizia Postale (+ 10% rispetto allo stesso periodo del 2024), delle persone arrestate (118 contro le 30 del 2024) e di quelle indagate (427 rispetto alle 280 del 2024) . Ben 2.803 i siti inseriti nella Black List. Nel report si mette in evidenza come la fascia di età più a rischio sia quella degli adolescenti, con i ragazzi più esposti ai pericoli dopo che hanno iniziato ad esplorare il mondo digitale in modo più autonomo.
La sextortion, nel panorama criminale, è forse la minaccia più orrenda per i minori. Si tratta di indurre le giovani vittime a condividere, spesso con l’inganno, immagini intime per poi minacciarne la diffusione per ottenere denaro o altri favori. Sostanzialmente stabili i casi trattati dalla Polizia Postale nell’ultimo triennio con 132 episodi nel 2022, 137 nel 2023 e 130 nel 2024 ( 46 vittime minorenni nel primo trimestre del 2025). La pubblicazione o diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito (cd. Revenge porn), destinati a restare privati senza il consenso delle persone rappresentate è un atroce abuso che si manifesta con la minaccia o la diffusione di immagini intime per danneggiare la reputazione della vittima o ricattarla emotivamente ( tale abuso avviene, di norma, nel contesto di relazioni sentimentali finite male o di vendette personali).
La diffusione incontrollata di immagini “scottanti” su chat di classe determina, poi, vere campagne denigratorie in danno di coetanei con il serio pericolo dell’isolamento sociale e della vergogna. Nel report in esame si accenna anche alle “social challenges” con i giovani che ricercano online “..sfide che prevedano azioni irrazionali o pericolose in cui cimentarsi, filmandosi con gli smartphones per poi diffonderli in rete e guadagnare popolarità”; per arrivare alle sconvolgenti immagini fatte circolare in gruppi chiusi di messaggistica, di esecuzioni capitali, incidenti mortali, violenze sessuali, torture. Non potevano mancare alcuni suggerimenti agli adulti tra cui quello di limitare la pubblicazione di foto dei figli che vanno ascoltati e rassicurati e ai ragazzi l’invito a non condividere informazioni personali e ad essere riservati con le proprie immagini e con quelle degli altri.
La Polizia di Stato segue con grande attenzione questo ambito ( è di queste ultime ore l’operazione contro la pedopornografia della Polizia Postale a Catania con otto persone indagate di cui tre arrestate) e proprio agli inizi del 2025 ha avviato con l’Università La Sapienza di Roma una collaborazione per redigere linee guida per gli operatori impegnati nella prevenzione presso le scuole. Preoccupante anche la situazione nell’Unione Europea dove si ritiene che 1 bambino su 5 abbia subito una qualche forma di violenza sessuale (cfr. rapporto Violence against children in the EU, ottobre 2024).